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HomeCultura Wikipedia Italia si ferma prima del voto sul copyright

Wikipedia Italia si ferma
Sito oscurato per protestare
contro l'Ue sul copyright

"A rischio la libertà di espressione"

Previsto domani il voto in Parlamento

di Massimiliano Cassano25 Marzo 2019
25 Marzo 2019

Una schermata nera e la scritta “Questa può essere la nostra ultima opportunità, aiutaci a salvare il diritto d’autore in Europa”. È quello che appare a chiunque provi oggi a collegarsi con la pagina web di Wikipedia Italia. Il sito è stato infatti oscurato in vista del voto sulla riforma del copyright, previsto domani al Parlamento europeo.

“Dalle 8 di oggi, per 24 ore, le voci di Wikipedia in lingua italiana non saranno accessibili, ma rimanderanno a un banner informativo sulla riforma del diritto d’autore”, spiega Wikimedia, l’associazione che sostiene l’enciclopedia libera più consultata su internet.

Come accaduto anche nei mesi e negli anni passati, il portale si schiera apertamente contro qualsiasi riforma possa “indebolire il web”; giovedì scorso, per gli stessi motivi, altre quattro versioni linguistiche di Wikipedia – tedesca, slovacca, ceca e danese – erano state oscurate, mentre sabato si sono svolti in tutta Europa cortei di protesta contro le restrizioni alla rete indotte dalla direttiva dell’Ue.

Direttiva che, secondo i curatori del portale, “influirà negativamente sulla libertà di espressione e la partecipazione online”. “Nell’iter di approvazione della normativa – denuncia Maurizio Codogno, portavoce di Wikipedia Italia – diversi europarlamentari hanno taciuto sui dubbi di migliaia di persone e organizzazioni, limitandosi a magnificare i punti che fanno piacere solo ad alcuni degli attori in gioco. Il silenzio di Wikipedia è la risposta a questo silenzio”.

Nel mirino ci sono gli articoli 11 e 13 della legge europea sul copyright. Il primo, “Protezione delle pubblicazioni di carattere giornalistico in caso di utilizzo digitale”, è pensato per difendere i contenuti realizzati dalle testate; se la riforma dovesse passare, tutti gli aggregatori digitali di notizie (come Google News) dovrebbero pagare compensi “consoni ed equi” agli editori.

Il secondo, “Utilizzo di contenuti protetti da parte di prestatori di servizi della società dell’informazione”, riguarda i portali che sfruttano i contenuti creati dagli utenti, ritenendoli colpevoli nel caso in cui alcune pubblicazioni violino il diritto d’autore. Siti come Youtube dovrebbero controllare preventivamente tutti i contenuti caricati sulla loro piattaforma, per evitare di essere chiamati a difendersi in tribunale.

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