Condotte corruttive e traffico di influenze illecite per la realizzazione del nuovo stadio della Roma, costruzione di un albergo presso la ex stazione ferroviaria di Roma Trastevere, riqualificazione dell’area degli ex Mercati generali di Roma Ostiense. Sono questi i punti su cui si basa l’indagine “Congiunzione astrale”, che ha portato all’arresto del presidente dell’assemblea capitolina Marcello De Vito e dell’avvocato Camillo Mezzacapo.
“Questa congiunzione astrale è tipo l’allineamento della cometa di Halley, hai capito? Cioè, è difficile secondo me che si riverifichi così e allora noi, Marcè, dobbiamo sfruttarla sta cosa. Guarda, ci rimangono due anni”. È la conversazione del 4 febbraio scorso tra i due arrestati. De Vito avrebbe ricevuto tangenti dall’imprenditore Luca Parnasi, proprietario dei terreni di Tor di Valle su cui dovrebbe sorgere il nuovo stadio della Roma, in cambio della promessa di agevolarne la costruzione, e anche da altri imprenditori per altre opere.
Secondo l’ipotesi dei pm Barbara Zuin e Luigia Pinelli, l’esponente del M5S ed ex candidato a sindaco di Roma, avrebbe incassato direttamente o indirettamente delle elargizioni, in cambio di favori collegati al progetto dello stadio della Roma. La misura cautelare riguarda quattro persone: l’architetto Fortunato Pititto e Gianluca Bardelli sono infatti ai domiciliari.
De Vito e Mezzacapo si fecero promettere dagli imprenditori Toti 110mila euro, dopo averne già incassati 48mila, in cambio di un interessamento per un progetto: tra gli indagati risultano infatti anche Claudio Toti, attuale presidente della squadra di basket Virtus Roma, e Pierluigi Toti, entrambi proprietari della Lamaro Appalti. Indagati anche l’avvocato Virginia Vecchiarelli, l’amministratore della società Mdl srl Sara Scarpari, e l’immobiliarista Giuseppe Statuto.