Venerdì si terranno le manifestazioni per il “Friday for future”. In 140 città italiane, 1325 in tutto il mondo, i giovani scenderanno in piazza contro gli stravolgimenti ambientali. Un’esigenza partita dal basso e guidata da Greta Thunberg, la sedicenne attivista svedese famosa per il suo discorso sul clima alle Nazioni Unite del dicembre scorso. Stefano Masini, responsabile ambiente di Coldiretti, ha risposto alle domande di Lumsanews alla vigilia di un appuntamento così importante.
Com’è possibile che una ragazzina sia riuscita a smuovere così tanto le coscienze e a mobilitare una manifestazione così ampia?
“È come un incantesimo. Ha rivelato una verità rimasta nascosta per molto tempo, risvegliando una consapevolezza diffusa da parte di tutti. Il suo ruolo di “principessa” senza vesti diplomatiche, totalmente fuori protocollo, ma con una forte sostanza nella caratterizzazione delle sue posizioni ambientaliste e quindi è riuscito a catturare migliaia di giovani in Europa, che in lei vedono una sorgente di verità e di responsabilità verso i decisori, in particolare i governi. A tutto questo ha contribuito certamente anche la facilità con cui i giovani hanno accesso alle reti e alle condivisioni. Così si spiega il suo successo. Non è soltanto la felicità di un gesto, ma anche la sua profonda adesione a un comune sentire”.
Al vertice Onu di Nairobi hanno partecipato 4700 tra capi di stato, ministri, dirigenti d’azienda e funzionari. A rappresentare l’Italia il ministro dell’Ambiente Sergio Costa. “Soluzioni alternative per le sfide ambientali, il consumo e lo sviluppo sostenibile” il tema. In sostanza, si cercano fondi e investimenti. Perché non si riesce ad essere attrattivi in questo senso?
“Ci sono molti freni e contrappesi da parte delle imprese, che nel settore assumono posizioni conservative. Nel dibattito si usa spesso questa espressione, quella di “transizione ecologica”, per esprimere la difficoltà di una conversione totale, come quella a cui mira l’enciclica “Laudato si” di Papa Francesco, quello che reputo il “breviario” degli ambientalisti. Sebbene Bergoglio ci inviti ad una trasformazione strutturale delle nostre strategie di azione, il termine “transizione” è più soft e tiene conto dei limiti e delle eccezioni”.
Venendo ai numeri, il rapporto dell’Onu parla di nove milioni di morti l’anno per inquinamento. Una morte prematura su quattro è dovuta ai danni ambientali. Si parla di “transizione”, ma la giornata di oggi per le Nazioni Unite è una sorta di bivio.
“Sono momenti di svolta. I giovani in piazza rappresentano sempre momenti di discontinuità. Mi auguro si riesca a far riflettere anche i consumatori. Se il loro desiderio cambia, è possibile ri-orientare il mercato. Anche gli investitori si interrogheranno sul futuro del mondo, magari in modo diverso rispetto alle traiettorie conservative che hanno consentito lo sviluppo delle imprese negli ultimi anni”.