Rispettare il suolo, non contenere Ogm e non essere trattati con fitofarmaci. I prodotti biologici devono seguire un iter preciso e norme standardizzate per essere riconosciuti come tali. Ma è proprio per questo che sono sempre più apprezzati. Secondo il rapporto della Commissione europea sull’agricoltura biologica, il mercato del bio in Europa è in aumento: 34,3 miliardi è il ricavato dalle vendite al dettaglio e 70% è la crescita delle superfici coltivate registrata tra il 2009 e il 2017. Spagna e Italia si confermano i Paesi con le superfici a biologico più estese, Germania e Danimarca i mercati più grandi in termini assoluti e relativi.
Per poter competere con la grande distribuzione, le aziende bio sono in media due volte più grandi, ma hanno comunque rese inferiori dal 40 all’85% rispetto a quelle convenzionali. Lo scarto viene perciò compensato con prezzi più alti, in media 150% superiori rispetto a quelli normali. Tra gli altri dati del rapporto emerge inoltre come la Cina sia il principale fornitore (oltre 415mila tonnellate, il 12,7% del totale).
Il trend del mercato bio è confermato anche da un recente studio condotto da Nomisma, che mostra come nel 2017 le vendite di biologico in Italia abbiano raggiunto i 3,5 miliardi nel mercato domestico (+15% rispetto al 2016 e +153% rispetto al 2008). A tale dato si aggiunge quello dell’export del bio made in Italy, che vale quasi 2 miliardi e pesa per un 5% (+16% rispetto al 2015, +408% rispetto al 2008) sul totale dell’export agroalimentare italiano. Inoltre le vendite bio (domestiche + export) hanno superato i cinque miliardi (+9% rispetto al 2016 e +218% rispetto al 2008).
I prodotti biologici sono sempre più richiesti, apprezzati e alla portata di tutti: nel 2017 il 78% delle famiglie italiane ha acquistato in almeno un’occasione un prodotto bio e, solo nell’ultimo anno, il numero di famiglie acquirenti è cresciuto di 1 milione, a dimostrazione del fatto che il Belpaese ha ormai abbracciato il biologico come filosofia di consumo.