Nuova fumata nera dal governo sulla Tav. Dopo il vertice flop di stanotte a Palazzo Chigi tra il premier Giuseppe Conte, i vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini e alcuni sottosegretari e tecnici, Lega e M5S non hanno ancora trovato la quadra. La decisione così slitta e potrebbe arrivare a ridosso del termine ultimo per l’avvio o meno dei bandi sulla Torino-Lione: lunedì prossimo, 11 marzo.
In una nota rilasciata stamattina da Palazzo Chigi si spiega che “manca un accordo finale” e per questo “saranno necessari ulteriori incontri”. Ancora da chiarire “la convenienza dell’opera e la possibilità di una diversa ripartizione degli oneri economici”. Secondo lo stesso bollettino, infatti, “l’analisi costi-benefici pone all’attenzione il criterio di ripartizione tra Italia, Francia e Unione Europea” e “alla luce delle più recenti stime dei volumi di traffico su rotaia e del cambio modale che ne può derivare, sono emerse criticità”.
Sale la tensione tra i due contraenti di governo. Di Maio assicura ad Affaritaliani.it che “non ci sarà una crisi di governo” e che oggi si riproverà a cercare un’intesa. Ma alla precisa domanda ‘”Come se ne esce?”, ammette: “E’ tosta”. Per questo motivo è stata convocata alle 19 l’Assemblea dei senatori e dei deputati grillini che discuterà sul tema, dove si dovrebbe confermare il “No” all’opera. Secondo diversi retroscena giornalistici l’ultima proposta pentastellata sarebbe sostituire la Torino-Lione con il raddoppio della galleria del Fréjus. Salvini, a Potenza in vista delle elezioni regionali in Basilicata, conferma che il governo “regge assolutamente”, ma non mostra cedimenti sulla linea pro-Tav. Il leader del Carroccio, infatti, dice ai cronisti di essere stato eletto “per sbloccare” e ribadisce di avere le idee chiare, auspicando “che si chiuda il prima possibile” perché “con il buon senso si risolve tutto”.
Intanto è arrivato il via libera del Senato alla mozione di maggioranza che fotografa lo stallo sull’opera.