«La paura è una risposta psicofisica che si attiva di fronte a un pericolo esterno. In quanto tale è utile e positiva: non avere paura ci espone a pericoli e rischi che possono costarci la vita». Sottile è la distinzione rispetto ad ansia («un’attivazione emozionale che anticipa i possibili pericoli») e panico («che si attiva di fronte a pericoli fisiologici interni all’individuo»). Così come
quella che distingue le loro tre rispettive forme patologiche: fobia, ansia generalizzata e attacchi di panico. A spiegarlo, il Professor Giampaolo Perna, direttore scientifico e primariodel Dipartimento di Neuroscienze Cliniche di Villa San Benedetto Menni e del Cedans, in un convegno. «Nel 50% dei casi vengono effettuate diagnosi scorrette. Quello che accade – ha denunciato Perna – è che molte persone, coscienti di avere una fobia, si rivolgono subito al neurologo o allo psicologo, e non allo psichiatra, che può invece capire se la paura nasce da una patologia» e scegliere il trattamento più adeguato. La ricerca scientifica, ha spiegato il Professore, dimostra che i risultati più efficaci si ottengono dalla congiunzione di terapie cognitivo-comportamentali e farmacologiche, in fase di sviluppo: unite «consentono di superare il disturbo in tempi del 30-40% più veloci».
Anna Serafini