Papa Francesco ha annunciato che tra un anno, il 2 marzo del 2020, sarà aperto l’archivio segreto sul pontificato di Papa Pio XII, il Pontefice accusato di silenzio nei confronti del nazismo sulla Shoah. Un annuncio atteso a lungo e accolto con stupore dal personale dell’Archivio Segreto Vaticano presente alla Sala Clementina, luogo in cui Bergoglio ha reso noto il solenne provvedimento all’intera comunità dei fedeli.
“Assumo questa decisione – spiega Francesco – con animo fiducioso, sicuro che la ricerca storica saprà valutare i momenti di esaltazione di quel Pontefice. La Chiesa non ha paura della storia. La prudenza – sottolinea il Papa – fu scambiata per reticenza”.
Una presa di coscienza volta a dare voce al pensiero di Eugenio Pacelli su un periodo nero del ventesimo secolo. Lui, che fu nunzio apostolico in Germania, anche per questo motivo venne accusato di non aver proferito parola davanti allo sterminio degli ebrei, a tal punto da guadagnarsi l’epiteto di “Papa di Hitler”. Un’accusa che potrebbe cadere con la lettura dei documenti archiviati, tolti dalla polvere per decifrare il suo silenzio sulla Shoah. Un silenzio che, nell’ultimo secolo, non ha mai avuto giustificazione da parte della comunità ebraica.
In una lettera a Papa Francesco, il presidente del Congresso ebraico mondiale Ronald S. Lauder, si dice soddisfatto della “decisione di principio” presa da Bergoglio nell’aprire gli archivi di Pio XII. “È fondamentale – scrive Lauder – che gli storici abbiano pieno accesso a questi documenti”. Soddisfatta anche la presidente della comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello. “L’augurio – spiega – è che ora si faccia chiarezza sul ruolo avuto da Pio XII durante la seconda guerra mondiale”.