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HomeEconomia L’Istat rivede a ribasso il Pil del 2018
rispetto alle previsioni di dicembre

L'Istat rivede a ribasso
il Pil del 2018
previsto a dicembre

Aumentano gli occupati

+56mila stabili rispetto a dicembre

di Matteo Petri01 Marzo 2019
01 Marzo 2019

Un'operaio metalmeccanico al lavoro in un'immagine d'archivio. GIORGIO BENVENUTI-ARCHIVIO / dba

Peggiora l’economia italiana e a rivelarlo e l’Istat che rivede ulteriormente al ribasso la crescita. Nel 2018 è stata dello 0,9%, un dato in netto calo rispetto alla crescita del 2017 (+1,6%). Fino al mese scorso l’Istituto aveva fissato all’1% la crescita complessiva nel 2018 ma è stato necessario rivedere a ribasso le stime. Male anche il debito pubblico che al 31 dicembre scorso è salito al 132,1%, mai così alto.

Il crollo è dovuto alla diminuzione della domanda interna e ai consumi. La spesa delle famiglie residenti in Italia è cresciuta lo scorso anno dello 0,6% contro il +1,5% del 2017. A frenare è stato anche l’export, cresciuto dell’1,9% contro il +5,9% del 2017. In decelerazione infine anche gli investimenti, passati da un aumento del 4% nel 2017 al +3,4% del 2018.

Segnali di miglioramento dal mondo del lavoro con una lieve crescita dell’occupazione rispetto a dicembre. Aumentano i dipendenti a tempo indeterminato (+56mila) l’occupazione, secondo i dati Istat diffusi oggi, sale dello 0,1%. Nel primo mese dell’anno ci sono 21mila occupati ma sono esclusivamente gli uomini, dall’Istituto statistico italiano è stato registrato infatti un calo dell’occupazione femminile di 6mila unità. Su base mensile calano i dipendenti a termine (-16mila) e gli autonomi (-19mila) ma aumentano rispettivamente di 29mila unità e di 6mila su base annua. Nel complesso è stabile al 58,7% il dato dell’occupazione generale.

Complessivamente su base annua l’occupazione è cresciuta a gennaio di 160.000 unità. Su base tendenziale si registra la prima variazione positiva da ottobre 2017.
A gennaio è rimasta stabile anche la disoccupazione, al 10,5%, lo stesso livello di dicembre. Male invece la disoccupazione giovanile che aumenta di 0,3 punti, rispetto al mese scorso, toccando quota 33%. Si tratta di livelli lontani rispetto ai picchi della crisi, superiori al 43 per cento, ma comunque superiori ai livelli pre-crisi di quasi 14 punti percentuali.

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