“In questa vicenda si è giocata una partita truccata, con carte segnate. Una partita giocata sulle spalle di una famiglia: qui c’è in gioco la credibilità di un intero sistema”. A denunciarlo è il pm Giovanni Musarò al processo bis sulla morte di Stefano Cucchi che vede imputati cinque carabinieri. Il pm, oltre a ripercorrere il depistaggio delle indagini, rileva che, stando agli atti, l’allora ministro dell’Interno, Angelino Alfano, fu indotto a dire il falso.
Musarò ha poi proseguito: “Alfano nel corso del question time disse, tra l’altro, che Cucchi era stato collaborativo al momento dell’arresto, omettendo ogni passaggio presso la compagnia Casilina e che era già in condizioni fisiche debilitate quando venne fermato”. “Da qui parte una difesa a spada tratta dell’Arma e si traduce in una implicita accusa nei confronti degli agenti di polizia penitenziaria che avevano preso Cucchi in custodia per il processo”.
Prosegue dunque la ricerca della verità sulla morte del ragazzo romano tra depistaggi e omertà.