L’india attacca, il Pakistan risponde. Islamabad avrebbe abbattuto due jet indiani che sorvolavano i cieli del Kashmir, la regione contesa tra i due Stati che sta portando ad un nuovo conflitto tra le due potenze nucleari asiatiche. La risposta del Pakistan arriva dopo l’azione delle truppe indiane di ieri, con cui erano state uccise centinaia di uomini sul suo territorio.
Il generale Asif Ghafoor, portavoce delle forze armate pachistane, ha confermato in un tweet l’abbattimento dei due caccia, mentre nessun commento ufficiale è arrivato da parte indiana, in una situazione in cui le due parti sono solite smentire. L’episodio segue di poche ore la comunicazione dei colpi di mortaio sparati da truppe indiane da oltre la frontiera nella regione himalayana del Kashmir, che avrebbero colpito alcune case uccidendo sei civili e ferendone molti altri. Un’escalation di violenze che aumenta i timori di una nuova guerra.
“Non vogliamo portare la regione alla guerra – ha detto il portavoce delle forze armate pakistane – ma New Delhi non ci ha dato altra scelta che rispondere”. Nel frattempo l’India, secondo quanto riporta la rete televisiva Times Now, ha chiuso il proprio spazio aereo a nord di Delhi, oltre a dirottare alcuni voli in arrivo all’aeroporto internazionale Indira Gandhi della capitale indiana verso scali più a sud.
Il 2018 è stato uno degli anni più violenti in Kashmir, con la morte di 238 militanti, 37 civili e 86 soldati. Ma i dati non sono confermati e ad ogni attacco arriva una smentita. Più che l’ombra di una guerra, i due Stati non desiderano perdere faccia e posizioni. Bisogna infatti considerare che l’India va al voto tra poche settimane e il premier Narandra Modri può aver colto l’occasione dell’attentato per dimostrare la sua risolutezza nel fronteggiare gli avversari.