Ogni secondo in Italia vengono persi due metri quadrati di suolo. Sottratti all’ambiente, sono cementificati e occupati da “nuove coperture artificiali”. In una giornata sono 14mila metri quadrati, quasi come l’estensione di piazza San Marco a Venezia. In un anno 5.200 ettari, quanto l’estensione di una città di 108mila abitanti come Bolzano.
È la denuncia contenuta nel rapporto annuale del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (Snpa), formato dalle agenzie regionali (Arpa) e dall’Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale (Ispra) del ministero dell’Ambiente. Il rapporto è stato presentato questa mattina a Roma.
Il consumo di suolo si è però sensibilmente ridotto nel biennio 2016-2017. Tra i primi anni Duemila e il 2008 si perdevano 8 metri quadri di suolo al secondo (20.800 ettari l’anno), sceso tra i 6 e i 7mq nel quinquennio 2008-2013 (15-17mila ettari in 365 giorni). Negli ultimi tre anni la perdita di suolo si è ridotta ulteriormente.
“Il sensibile rallentamento – è scritto nel rapporto – è probabilmente dovuto all’attuale congiuntura economica, più che a una reale aumentata sensibilità ambientale verso le problematiche della conservazione del suolo”. Meno soldi quindi, non una maggiore cura per l’ambiente che ci circonda.
È polemico con il governo l’intervento di Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle regioni e governatore dell’Emilia Romagna, nel corso della presentazione del rapporto. “È un paradosso pensare che le opere e le infrastrutture farebbero male all’ambiente di per sé, e per questo le si blocca. Altre volte sono bloccate dal nostro bizantinismo istituzionale e burocratico. Entrambi questi casi testimoniano la debolezza della politica” ha dichiarato, con un chiaro riferimento all’avversione del governo Lega-5 Stelle nei confronti delle grandi opere.