Si preannuncia un’affluenza record alle elezioni di metà mandato americane. I cittadini statunitensi si recheranno alle urne per rinnovare oltre metà congresso il prossimo 6 novembre, ma per il particolare meccanismo di voto oltre 6 milioni si sono già espressi. Il voto anticipato per i cittadini di 37 stati ha infatti visto una percentuale di affluenza pari almeno alle elezioni del 1966, quando raggiunse il 48%.
Non più tardi di ieri il Presidente americano in un incontro con i cittadini gli elettori ha dichiarato di voler procedere a un’ulteriore imponente abbassamento delle tasse per la classe media, un vero asso nella manica per le imminenti e importantissimi elezioni. I nuovi senatori e deputati risulteranno sicuramente decisivi qualora si arrivasse al temutissimo voto del congresso sul caso Russiagate. Come noto l’ombra lunga dell’impeachment pende infatti sulla testa del Presidente e perdere la maggioranza in uno dei due rami del Parlamento americano potrebbe accelerare il processo stesso. La campagna elettorale del Presidente ha deciso di tenere ben lontane queste ombre puntando invece sui numeri record raggiunti durante la sua amministrazione. Record di Pil da 4 anni e il tasso di disoccupazione non è mai stato così basso (3,9%).
In opposizione ai repubblicani e contro la presente amministrazione invece sono scesi in campo i democratici, che nei giorni scorsi hanno attaccato il presidente sull’ingente decremento del gettito fiscale che in un solo anno commerciale ha avuto un record di ribasso, ma soprattutto molti cittadini e giovani studenti della società civile. Ciò potrebbe giocare a favore della partecipazione al voto alla prossima tornata elettorale americana solitamente caratterizzata da una bassissima presenza; solo nelle elezioni di midterm del 1914 si raggiunse il tasso record del 51% di votanti.