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HomePolitica La manovra dopo il no Ue. Tre settimane per revisione. Junker esprime amarezza

La manovra dopo il no Ue
Tre settimane per revisione
Junker esprime amarezza

Il governo non intende però riscriverla

Salvini: "Mandino pure altre 12 lettere"

di Giuseppe Galletta24 Ottobre 2018
24 Ottobre 2018

La Commissione Europea ha respinto il Documento Programmatico di Bilancio presentato dal governo italiano lo scorso 15 ottobre. Il governo italiano ha 3 settimane di  tempo per correggere il piano di investimenti stanziato per finanziare il reddito di cittadinanza e la riforma delle pensioni.

E’ la prima volta che l’esecutivo comunitario opta per una bocciatura diretta, possibilità prevista dal 2013 ed inserita nel Patto di stabilità e crescita.

La ratio a fondamento della decisione consiste nell’eccessivo aumento della spesa pubblica prevista dall’Italia con un tasso nominale di crescita del 2,7%. Troppo, secondo Bruxelles. L’impatto sui conti nazionali sarebbe pari addirittura allo 0,8% del Pil, in violazione delle raccomandazioni comunitarie del luglio 2018.

Il presidente della Commissione Europea Juncker, amareggiato, dichiara: «Non avrei mai pensato di arrivare fin qui».  A queste parole si aggiungono quelle del Vice Presidente della Commissione Europea Dombrovskis «Ci dispiace, ma non avevamo alternative». Infine quelle del Commissario europeo per gli affari economici e monetari Moscovici «Italia caso limite: deviazione chiara e netta dalle direttive UE»
Immediate le reazioni dei leader politici italiani: Salvini si conferma convinto della bontà del progetto e afferma ai microfoni di RTL 102.5 « la manovra non cambierà,  mandino pure altre 12 letterine fino a Natale». Di Maio twitta: «È la prima manovra italiana che non piace alla UE. Non mi meraviglio: è la prima manovra italiana che viene scritta a Roma e non a Bruxelles!».

Al netto dell’inevitabile scontro dialettico, l’Italia ha 21 giorni per trovare una soluzione valida e convincente da presentare alla Commissione.

Dovrà farlo, dovrà riuscirci, ci si gioca la credibilità e la dignità di un intero paese.

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