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8 marzo di sangue: tre femminicidi nel giorno della festa della donna

di Corinna Spirito10 Marzo 2014
10 Marzo 2014

bracciale

Nemmeno l’8 marzo è riuscito a fermare le violenze sulle donne: tre sono stati i femminicidi commessi nella giornata della festa della donna, volta quest’anno al ricordo delle 79 italiane uccise da compagni, mariti ed ex nel 2013.

Dalle sedie vuote in piazza Matteotti a Napoli, ciascuna con il nome di una delle vittime; al grande bracciale arancione formato dalle manifestanti di Piazza di Spagna a Roma; fino alle scarpe rosse come il sangue nella rotonda di Sa Serra a Gavoi (Nuoro) in Sardegna: la festa della donna quest’anno ha rappresentato una giornata di consapevolezza verso le violenze e le discriminazioni che nel 2014 ancora impediscono alle donne di vivere al pari degli uomini. La lotta per l’eguaglianza tra i sessi non è finita: durante la cerimonia svoltasi al Quirinale è stato lo stesso capo dello Stato a ricordarlo. “Troppo spesso si sente dire che il tema delle pari opportunità è superato perché viviamo già in una condizione di uguaglianza giuridica e materiale tra i sessi. Ovviamente non è vero”: sono state le parole di Giorgio Napolitano nel consegnare le onorificenze a sette donne, tra cui l’avvocatessa Lucia Annibali, sfregiata con l’acido dall’ex fidanzato. Il ministro degli Affari Esteri, Federica Mogherini, ha invece suggerito la strada da seguire verso un futuro migliore: “Crescere i bambini e le bambine di oggi nella consapevolezza di avere un compito comune: rompere gli schemi, avere il coraggio di cambiare, non piegarsi a percorsi obbligati, non accettare gli stereotipi”. Questo deve essere il nostro obiettivo secondo il ministro, che vede nelle nuove generazioni la salvezza contro il sessismo. L’urgenza di un cambiamento è sentita ogni giorno di più, e non solo a causa dei dati dell’Istat che denunciano che per sei italiani su 10 (57,7%) la vita per gli uomini è migliore che per le donne; ma anche perché le italiane non si sentono al sicuro, allarmate dai numeri sempre crescenti dei casi di femminicidio.

Proprio nel giorno della festa dell’8 marzo, sono state ben tre le donne uccise dai propri compagni. A Frosinone, la quarantaseienne Silvana Spaziani sarebbe stata picchiata con un’asta di metallo e poi spinta per le scale dal marito Sebastiano Fedele. Secondo la ricostruzione dei carabinieri, l’uomo avrebbe poi portato la moglie al piano di sopra, adagiata sul letto, quando era ancora in vita, per poi mettersi a dormire. Al risveglio, trovando la moglie morta, ha chiamato un amico che gestisce un’agenzia di pompe funebri simulando un incidente domestico. È stato proprio lui a chiamare i carabinieri, forse messo in guardia dal temperamento violento di Fedele che aveva portato la moglie a denunciarlo per maltrattamenti già tre volte.

A Vigevano (Pavia) si è invece consumato l’omicidio di Assunta Sicignano ad opera dell’ex compagno Francesco Albano, con cui continuava a gestire il bar Psyco Café, sebbene da qualche giorno si fosse trasferita da un’amica con le due figlie adolescenti, segnando la fine dell’unione con l’uomo. Sembrerebbe essere stata l’automobile del nuovo amore di Assunta, parcheggiata a poca distanza dal locale, a far scattare la rabbia in Albano che, entrato nel bar, avrebbe accoltellato la donna fino ad ucciderla per poi salire in macchina e dirigersi verso la caserma per costituirsi.

Il terzo omicidio è avvenuto in provincia di Perugia ai danni della ventottenne rumena Ofelia Bontoiu, uccisa, con una coltellata alla gola, presumibilmente dal fidanzato coetaneo e connazionale, ora ricoverato in ospedale a seguito di un tentato suicidio. Lui da qualche tempo lavorava in Inghilterra come muratore e forse faceva pressione alla ragazza, in prova come badante, perché lo seguisse. Il crimine è avvenuto nella stanza dell’affittacamere in cui il giovane alloggiava momentaneamente e dove la ragazza era andata a trovarlo: a dare l’allarme proprio il titolare della piccola struttura.

Tre omicidi che vanno a macchiare di sangue la festa della donna andando a confermare le parole del presidente della Camera Laura Boldrini, proferite durante l’incontro al Quirinale: “L’8 marzo serve ancora e servirà fin quando ci sarà violenza sulle donne”.

Corinna Spirito

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