HomeEsteri 7 ottobre, Meloni alla Sinagoga: “Israele si difenda ma rispetti diritto umanitario”

7 ottobre, Giorgia Meloni
alla Sinagoga di Roma
"Serve un cessate il fuoco"

Le commemorazioni in tutto il mondo

Piantedosi: "Rischio radicalizzazioni"

di Giulia Mutti07 Ottobre 2024
07 Ottobre 2024

ROMA – Non solo in Israele. Centinaia di persone si sono radunate nelle principali piazze di tutto il mondo per commemorare le vittime del 7 ottobre a un anno dallo scoppio del conflitto. Quel giorno “il popolo israeliano ha vissuto una delle pagine più drammatiche della sua storia, il nostro pensiero è rivolto costantemente agli ostaggi, strappati alle loro famiglie e ai loro cari, e che ancora oggi attendono di tornare a casa”, ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni alla sinagoga di Roma. In una città blindata dalle imponenti misure di sicurezza davanti al Tempio Maggiore, nel ghetto della Capitale la comunità ebraica si è riunita per ricordare il massacro. Oltre alle più alte cariche della Comunità ebraica, sono presenti esponenti politici e rappresentanti del governo, tra cui il ministro della Cultura Alessandro Giuli, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. La premier Meloni ha sottolineato l’impegno dell’Italia per una de-escalation. “Il nostro Paese si impegnerà per un cessate il fuoco immediato a Gaza, per il rilascio degli ostaggi israeliani e per la stabilizzazione del confine israelo-libanese”, ha sottolineato l’inquilina di Palazzo Chigi. “In questa giornata, ribadiamo il legittimo diritto di Israele a difendersi e a vivere in sicurezza nei propri confini, ma anche la necessità che questo sia esercitato nel rispetto del diritto internazionale umanitario”, ha detto.

Le commemorazioni per l’anniversario del 7 ottobre a Melbourne, Australia. /Foto Ansa

Le cerimonie nel mondo

Centinaia di persone si sono radunate alla Porta di Brandeburgo a Berlino, per commemorare le vittime, leggendo i nomi delle 1.170 persone uccise e delle 255 rapite. Come nella Capitale tedesca, in decine di città di tutto il mondo – tra queste Lipsia, Dusseldorf, Varsavia, Belfast, Lima e New York – si sono tenute manifestazioni analoghe, con la lettura dei nomi delle vittime. Gli organizzatori hanno dichiarato che l’obiettivo dell’evento è quello di “condividere il dolore del popolo ebraico, essere solidali con lo Stato ebraico a prescindere dalla politica attuale e alzare la voce contro l’antisemitismo e l’antisionismo”. Negli Stati Uniti, il presidente Joe Biden, parteciperà alla cerimonia di accensione delle candele in memoria dello yahrzeit, mentre la vicepresidente Kamala Harris pianterà un melograno che – per il popolo ebraico –  rappresenta speranza e rettitudine. “In questo giorno dell’anno scorso, il sole è sorto su quella che avrebbe dovuto essere una gioiosa festa ebraica. Al tramonto, il 7 ottobre era diventato il giorno più mortale per il popolo ebraico dall’Olocausto”, ha detto il presidente Biden in un messaggio. “Oggi e ogni giorno, penso agli ostaggi e alle loro famiglie. Non ci arrenderemo mai finché non riporteremo a casa sani e salvi tutti gli ostaggi rimasti”, ha detto.

Le commemorazioni in ricordo del 7 ottobre a Brandeburgo in Germania. /Foto Ansa
Proteste ad un anno dallo scoppio del conflitto in Medio-Oriente a Sydney, Australia. /Foto Ansa

Piantedosi: “Rischio radicalizzazioni”

Al momento “non ci sono informazioni specifiche su azioni ostili in corso di organizzazione sul nostro territorio nazionale – ha detto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi in un’intervista al Messaggero -, ma come si è visto dalle manifestazioni di sabato 5 ottobre, c’è una crescente radicalizzazione di alcune posizioni”. Per questo motivo, sono state incrementate tutte le misure di prevenzione e di presidio nelle zone sensibili della città.  Sulla presenza sul territorio di cellule o lupi solitari, per il ministro dell’Interno “il rischio di azioni individuali rappresenta da sempre la principale preoccupazione degli apparati di sicurezza proprio perché più insidiose e più difficili da intercettare preventivamente”.

Il presidente Mattarella

Una ferma condanna dell’attacco del 7 ottobre arriva anche dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “L’Italia sostiene convintamente il diritto di Israele alla propria esistenza in pace e sicurezza e alla difesa dagli attacchi – ha detto il presidente Mattarella – nel rispetto del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario”. L’inquilino del Quirinale ha rinnovato l’appello per la liberazione degli ostaggi ancora in mano ad Hamas e la necessità di un cessate il fuoco immediato e permanente con la creazione di due Stati “sovrani ed indipendenti”. 


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