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HomeSpettacoli Cinquant’anni senza Totò, il Rione Sanità si prepara a commemorarlo

Cinquant'anni senza Totò
anche il Rione Sanità
si prepara a commemorarlo

Iniziative culturali, monumenti

e la riqualificazione del quartiere

di Luisa Vittoria Amen23 Gennaio 2017
23 Gennaio 2017

Cinquant’anni senza Totò. Nel Rione Sanità di Napoli fervono i preparativi per il 15 aprile, anniversario della morte del principe della risata: nel cortile del convento del Monacone sono già stati affissi diversi progetti di arredo e decoro urbano, e i cittadini sono stati chiamati ad esprimersi, votando il loro preferito. Ieri pomeriggio invece, nella Chiesa di San Vincenzo, è stato presentato il progetto “Una porta di luce”, che ha visto la partecipazione della Nuova Orchestra Scarlatti junior diretta da Gaetano Russo. In questa occasione è stato presentato anche il progetto di un monumento da dedicare a Totò.

Già, perché l’evento del 15 aprile vuole essere anche un’occasione per riqualificare almeno in parte un quartiere degradato e pieno di realtà difficili. Nessuna statua, ma una sagoma che riprodurrà una delle famose mimiche del principe della risata e che consentirà alla gente di passarvi attraverso. «Sarà installata all’inizio di via Vergini – spiega il tecnico Francesco Romano – e sarà un portale alto 7 metri per 4, che sarà riempito di luci e diventerà l’ingresso al quartiere».

Un altro monumento ad essere esposto è il busto di Totò, donato da Roberto Leon ai napoletani, in cui l’attore sarà rappresentato come affacciato a una finestra all’angolo del palazzo di via Santa Maria Antesaecula, dove nacque l’artista. Sarà installato ad altezza d’uomo, per permettere ai passanti di lasciare biglietti e anche scritte.

«Non sarà una commemorazione – ci ha tenuto a precisare l’assessore alla cultura e al turismo Nino Daniele – che il nostro Totò avrebbe forse scongiurato con un gesto scaramantico o sbeffeggiato con una delle sue battute surreali, e nemmeno una riscoperta, perché questi cinquant’anni sono passati rapidi e leggeri, senza cancellare la sua immagine e forse senza nemmeno sbiadirla. Così forte e viva è la sua presenza nell’immaginario, nel linguaggio, nella cultura napoletana e non solo».

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