Ilvo Diamanti ha dedicato molte analisi al Movimento 5 Stelle, utilizzando spesso indagini effettuate dall’istituto Demos. La sua lettura non identifica un chiaro riferimento nel passato e qualifica il m5s soprattutto come partito di opposizione.
Come vogliamo definire e catalogare il M5S?
“Innanzitutto per me quando un soggetto politico si presenta alle elezioni, pur definendosi movimento, è un partito e basta. Per quanto riguarda una categorizzazione entro le vecchie categorie destra-sinistra, è praticamente impossibile effettuarla. Loro le rifiutano, e tutti insieme viviamo in un’epoca che va ormai oltre le vecchie ideologie. Un paragone tra loro e formazioni del passato può essere trovato solo nel loro essere partito di massa, e in questo senso sono simili sia alla Democrazia Cristiana che al Partito Comunista Italiano. Soprattutto nel loro riuscire a captare settori sociali diversi tra loro.”
È un movimento populista?
“Tecnicamente sì, perché il populismo rifiuta la democrazia rappresentativa. Ricordiamoci però che il populismo non ha un colore politico sempre uguale. Loro in particolare non sono né di destra né di sinistra”.
Bersani era arrivato a definire i grillini “estremisti di centro”. Che ne pensa?
“Non sono esattamente di centro, perché rifiutano tutto lo spazio politico. Il loro elettorato viene da sinistra, centro e destra, ma quasi la metà non si vuole riconoscere in queste categorie, secondo una indagine Demos. Se c’è qualcosa che caratterizza la loro ideologia è proprio questo rifiuto, insieme al voler essere un non-partito. Ho scritto in una mia analisi che sono “estremisti del senso comune”, nel senso che cercano di cogliere i pareri dell’uomo della strada per costruire una democrazia della sorveglianza nel senso ricordato da Pierre Rosanvallon. Ovvero, una controdemocrazia di pressione e controllo che però non aspira a prendere il potere.”
Foto: Ilvo Diamanti – By Niccolò Caranti (Own work) [CC BY-SA 3.0 (https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0)], via Wikimedia Commons