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L’Isis colpisce l’ambasciata russa provocando feriti tra i 300 manifestanti pro Putin. La Croce Rossa denuncia: «Nella capitale siriana migliaia di famiglie vivono in condizioni disumane»

di Samantha De Martin14 Ottobre 2015
14 Ottobre 2015

attacco a damasco copia

Le mani dell’Isis, cariche di bombe, si allungano sugli edifici di Damasco, dopo l’attacco che, ieri mattina, ha colpito l’ambasciata russa provocando diversi feriti.

Secondo un testimone dell’agenzia di stampa cinese Xinhua, due proiettili hanno colpito i distretti di al-Barada (all’esterno di un club sportivo) e di al-Adawi, fortunatamente senza causare morti. Due colpi di mortaio sono stati lanciati mentre 300 persone si erano radunate davanti alla rappresentanza diplomatica di Mosca – nel quartiere di Mazraa – per partecipare alla manifestazione a sostegno dei raid aerei in Siria. Secondo fonti giornalistiche del posto, i manifestanti si erano riuniti per esprimere il loro ringraziamento alla Russia, intervenuta militarmente a sostegno del regime di Bashar al-Assad. Dal 30 settembre scorso, infatti, il presidente russo Putin, su richiesta di Assad, sta conducendo raid aerei contro i jihadisti dello Stato Islamico e i miliziani del Fronte al-Nusra legato ad al-Qaeda in Siria. L’opposizione denuncia però che i raid russi prendono di mira anche i ribelli moderati, oltre che i civili. Già il 21 settembre l’ambasciata di Mosca era stata raggiunta da colpi di mortaio senza causare danni.

È un dramma che non conosce tregua quello che continua, di giorno in giorno, a sconvolgere la periferia della capitale siriana, dove tra edifici distrutti e abitanti che versano in condizioni disumane, la situazione appare desolante, come denuncia la Croce Rossa. Rispetto a qualche mese fa anche l’antica città sul fiume Barada versa in una condizione meno tranquilla, sul filo della paura, atteraversata da un continuo rumore di bombardamenti.

«Quasi sei milioni e mezzo di persone vivono dentro edifici bombardati, senza acqua, con la luce che va e viene, in condizioni igieniche inimmaginabili» ha raccontato all’Adnkronos Francesco Rocca, presidente della Croce Rossa Italiana e vice presidente della Federazione Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa. «Il campo palestinese di Yarmouk, a ridosso di Damasco, all’interno del quale si trovano 18mila persone – ha continuato Rocca – è assediato da continui combattimenti, con decine di persone che muoiono di fame».

L’attacco terroristico di ieri giunge in concomitanza con l’appello che i qaedisti siriani del Fronte al-Nusra hanno rivolto ai ‘colleghi’ ceceni, invitandoli a compiere attentati contro civili e militari in Russia.

Samantha De Martin

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