Oggi compie 25 anni il Trattato di Maastricht. Si tratta di uno degli accordi principali che ha portato alla costituzione dell’attuale Unione Europea. Firmato il 7 febbraio del 1992, è entrato ufficialmente in vigore dal primo novembre del 1993. Il trattato, firmato sulle rive della Mosa dai dodici Paesi all’epoca membri della Comunità Europea, fissa i parametri economici, politici e sociali necessari per l’ingresso degli Stati nell’Unione.
Con Maastricht veniva soprattutto creata un’unione economica-monetaria attraverso l’adozione di una moneta unica fra i Paesi membri, purché questi siano in regola con l’inflazione, i tassi di interesse e la finanza pubblica. Si delineava inoltre una politica estera e di difesa comune, tuttavia ancora in gran parte inattuate.
Si può dire, insomma, che l’Ue è nata proprio a Maastricht un quarto di secolo fa. A 25 anni dallo storico trattato, lo stato di salute dell’Europa non è però dei migliori. La fiducia verso le istituzioni europee è in costante calo in tutti i Paesi membri: solo un 4% degli italiani dichiara di riporre molta fiducia nelle istituzioni europee, uno su tre (pari al 40%) è abbastanza fiducioso anche se non approva l’attuale politica dell’Ue, mentre oltre uno su due, il 53%, vi ripone poca o nessuna fiducia.
Gli euroscettici, inoltre, prendono piede in tutto il Vecchio Continente. Diversi partiti e movimenti spingono per l’uscita dei rispettivi Paesi dall’Unione. In Germania l’Afd di Frauke Petry prova a minacciare il dominio della cancelliera Merkel, che nei giorni scorsi ha ipotizzato un’Europa «a due velocità», con il suo Paese a far ancora da locomotiva del continente. Oltralpe la Le Pen – ufficialmente in corsa verso l’Eliseo – ha già annunciato che in caso di sua vittoria porterà la Francia fuori sia dall’Europa che dalla Nato. La Gran Bretagna, invece, dopo il referendum sulla Brexit, è ormai pronta ad avviare con la premier May le procedure per l’uscita definitiva dall’Unione.
Anche in Italia il vento dell’euroscetticismo soffia sempre più forte. Salvini continua a crescere nei sondaggi, e anche Grillo è a favore di una profonda ristrutturazione dell’Ue. Il futuro dell’Europa, insomma, è incerto come non mai.