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HomeCronaca Dall’ufficio a campi di pomodori, così cambia il lavoro

Camerieri e impiegati
in 24 mila alla ricerca
di un lavoro nei campi

Gli italiani comunque non bastano

250mila posti vacanti in agricoltura

di Mariacristina Ponti14 Maggio 2020
14 Maggio 2020

All’appello mancano 250 mila lavoratori. E ne mancherebbero ancora di più se, al servizio dei campi e dell’agricoltura in generale, non si fossero messi a disposizione anche baristi, commesse, muratori, insomma tutte quelle categorie di lavoratori a cui l’emergenza Covid – e successivo lockdown -, ha “tagliato le gambe”. Sono 24 mila gli italiani pronti a spezzarsi la schiena, alzarsi prima dell’alba per portare a casa uno stipendio.

Nel portale di Confagricoltura, Agrijob, sono 12 mila su 17 mila domande pervenute i connazionali che si sono resi disponibili per mandare avanti un settore che sta vivendo una situazione drammatica, 9.500 su 10mila sul sito Jobbing Country della Coldiretti, e 2.000 su 2.500 sulla Cia, il cui portale è attivo, però, solo dal 26 aprile. Un esercito di persone di tutte le età, uomini e donne, che ha bisogno di lavorare.

Nonostante la crescita del numero degli italiani disposti a lavorare nei campi, per gli agricoltori il problema della mancanza di manodopera non è affatto risolto. Per esempio, la raccolta dei finocchi richiede un lavoro notturno e di forza; stessa storia per i cavolfiori, che sono pesanti e vanno sollevati da terra, lanciati: servono muscoli. Quei muscoli che, prima della pandemia che ha colpito il mondo, mettevano a disposizione operai specializzati che venivano dall’Africa, dall’Europa dell’Est e che quest’anno, per forza di cose, sono rimasti nei loro paesi. Ma da Confagricoltura si sta lavorando anche per riportarli qua: un volo charter da Casablanca a Pescara partirà il 19 maggio e 124 persone, meno dei posti disponibili sull’aereo per via delle misure preventive e di distanza sociale, arriveranno per lavorare la terra.

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