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Perugia per cinque giorni capitale del giornalismo. Il Festival si chiude con un bilancio positivo

di cida05 Maggio 2014
05 Maggio 2014

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«I giornali sono in crisi, ma il giornalismo non è mai stato meglio». A guardare le cifre dell’ottava edizione del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia viene da dar ragione ad Alan Rusbridger, direttore del Guardian fresco vincitore del Pulitzer. È tempo di bilanci e quello dell’ottava edizione, conclusasi ieri, non può che essere positivo: cinque giorni, oltre duecento eventi, cinquecento ospiti, quasi trecento giovani volontari impegnati a far funzionare l’imponente macchina organizzativa.

Salvi grazie al crowdfunding. Un successo previsto, sì, ma dal sapore speciale — ammette Arianna Ciccone, ideatrice della kermesse perugina — perché quest’anno, in tempi di vacche magre, per la prima volta il Festival è stato reso possibile dal crowdfunding, il finanziamento privato. Così, oltre all’appoggio degli sponsor, la manifestazione ha potuto contare su più di 115mila euro raccolti online nel giro di 3 mesi, che sono segno tangibile dell’affetto del pubblico. Lo stesso pubblico attento e partecipe che ha riempito le sale, spesso sfidando le intemperie e mettendosi in fila sotto la pioggia per accaparrarsi un posto a sedere agli incontri più attesi, come la puntata live della trasmissione Gazebo, la conferenza con Mario Monti o l’intervista al presidente della Camera Laura Boldrini. 

Giornalismo 2.0. Accanto a ospiti illustri e ai big di carta stampata, radio e tv (tra gli altri, solo per fare qualche nome, Beppe Severgnini, Marco Travaglio, Daria Bignardi, Monica Maggioni, Domenico Quirico, Mario Calabresi, Paolo Mieli, Corrado Augias, Vittorio Zucconi), si sono dati appuntamento a Perugia anche volti meno noti, ma certamente da ricordare, perché rappresentano il futuro del giornalismo. Anzi, «i futuri», come li chiama la Ciccone, che parla di diversi modelli che garantiranno il futuro della professione. Un punto fermo, però, c’è, ed è la centralità di internet nel giornalismo di domani. Non a caso, molti degli incontri sono stati dedicati a temi collegati con l’uso del web: i big data, giornalismo crossmediale, uso dei social network per trovare le notizie e diffonderle, promozione del proprio personal brand. I tradizionalisti storceranno il naso, ma si tratta di mezzi e strumenti che il mondo dell’informazione non può più permettersi di ignorare.

Perugia in festa. Da oggi, a Perugia tornerà la tranquillità, dopo cinque giorni decisamente movimentati. L’atmosfera febbrile della sala stampa dell’Hotel Brufani, il quartier generale del Festival dov’era difficile trovare un angolo libero, è la stessa che ha animato le vie del centro, preso d’assalto dai partecipanti con l’ovvia soddisfazione di ristoratori e albergatori. E se è vero che il Festival di Perugia non sarebbe lo stesso in un altro luogo, una delle esigenze di cui tener conto nella prossima edizione sarà quella di spazi che permettano la partecipazione di un pubblico ancora più vasto. Una bella sfida per una città che — purtroppo o per fortuna — comincia ad essere troppo stretta per una manifestazione con un’affluenza tanto elevata.

Anna Bigano

 

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