È terminata la prima udienza del processo in Corte d’Assise d’Appello nei confronti di Salvatore Parolisi condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio della moglie Melania Rea uccisa il 18 aprile 2012. Il procuratore generale Romolo Como ha chiesto la conferma dell’ergastolo per Parolisi, anche con tutte le aggravanti. Il caporal maggiore è uscito dalla porta secondaria del Tribunale dell’ Aquila coperto dai carabinieri con le porte del cellulare aperte e attaccate al portone. È partito, scortato dalla polizia penitenziaria, per Teramo, dove è recluso nel carcere di Castrogno.
Il 30 la decisione sulla sentenza o nuovo approfondimento – Si saprà nella giornata di lunedì 30 settembre, cioè nel corso della terza udienza programmata del processo in Corte d’Assise d’Appello, se ci sarà la sentenza oppure se ci sarà un nuovo approfondimento sulle prove a carico dell’imputato. Come ha spiegato il procuratore generale della Corte d’Appello, Romolo Como, al termine delle tre udienze la Corte si pronuncerà sulle istanze di nuove perizie presentate attraverso una memoria dai legali di Parolisi, Walter Biscotti e Nicodemo Gentile.
Legale Rea: “Molto importante la partita sulle aggravanti” – ”La partita processuale sulle aggravanti è molto importante”, ha dichiarato il legale della famiglia di Melania Rea, Mauro Gionni. ”Se non vengono confermate le aggravanti non si può applicare la sentenza all’ergastolo”, ha continuato Gionni il quale, in riferimento alle istanze di approfondimento delle indagini presentate dai legali di Parolisi ha sottolineato che ”sono state già oggetto di discussione in primo grado e comunque le nuove prove non possono essere chieste dalle parti, dipende solo dalle decisioni dell’ufficio. Non esiste infatti un potere delle parti, può esserci solo una sollecitazione sulla rinnovazione delle prove”. In relazione al nuovo faccia a faccia tra Parolisi e i familiari di sua moglie Melania Rea e sul possibile nuovo momento di tensione, l’avvocato ha spiegato ”di aver guardato i giudici essendo Parolisi coperto dai suoi legali e i familiari della mia assistita alle spalle quindi non mi sono preoccupato di questo aspetto”. ”È chiaro – ha continuato Gionni – che ogni volta che c’è un incontro con Parolisi da quello che mi riferiscono, l’atmosfera e le sensazioni si aggiungono a cose che non scompaiono mai, immagino che sia stato così anche oggi anche se non abbiamo avuto il tempo di parlarne”.
L’avvocato di Parolisi: “Ancora punti oscuri, confidiamo nella Corte” – ”Abbiamo chiesto un approfondimento di indagini alla luce del fatto che vogliamo dimostrare che ci sono ancora punti oscuri”. Così l’avvocato Nicodemo Gentile, uno dei due legali di Salvatore Parolisi. ”Esiste un contrasto su prove decisive tra i Ris e i giudici, uno dice che ci sono impronte dei piedi uno dice che ci sono impronte di mani. Chiediamo se sono piedi di chi sono, se sono mani di chi sono”. Sull’udienza di stamani Gentile ha sottolineato ”che confidiamo nell’equilibrio della Corte”. ”Dopo un’ampissima relazione da parte del giudice al latere c’è stato l’intervento del procuratore generale che ha confermato che in questo processo esiste un contrasto fra il giudice e la Procura sul movente, inoltre è apocalittica la descrizione dei giudici”, ha detto ancora l’avvocato Gentile sottolineando che ”la richiesta di conferma dell’ergastolo non ci impressiona”. Sulle condizioni del caporalmaggiore Gentile ha spiegato che Parolisi ”ha sulle spalle un ergastolo e una richiesta di conferma della pena. È un uomo in difficoltà, ma ancora vuole combattere”.
Pg, motivazioni imprecise ma no effetti su sentenza – ”Va corretta l’impostazione delle motivazioni e la parte del movente, le motivazioni sono imprecise e male impostate ma non è che l’eventuale difetto comporti qualcosa sulla sentenza”. Così il procuratore generale della Corte d’Appello, Romolo Como, al termine della requisitoria.Como al termine del suo intervento ha confermato la richiesta dell’ergastolo e delle aggravanti che sono crudeltà, minorata difesa e vilipendio del cadavere senza le quali la Corte non potrebbe tecnicamente confermare l’ergastolo. ”La Corte può anche dare una diversa motivazione e arrivare allo stesso risultato”, continua Como sottolineando che i legali difensori hanno presentato le richieste di approfondimento che la Corte discuterà nella giornata di lunedì.
Fratello Melania: Vogliamo la verità” – Michele Rea, fratello di Melania, ha ribadito: ‘Vogliamo la verità, la giustizia, in primo grado tutto questo è arrivato ma non perché cercassimo un colpevole qualunque, volevamo il colpevole ed è stato trovato in Salvatore Parolisi”. Michele ha poi chiuso dicendo che ”le indagini hanno portato a lui, le alternative sono state battute e si ritorna a lui. Ci aspettiamo la stessa condanna anche in secondo grado”.
Lorenzo Caroselli