Si deciderà il primo ottobre in un vertice di governo la soluzione al passaggio delle grandi navi nella laguna di Venezia. Lo ha annunciato il presidente del consiglio Enrico Letta con un tweet: al vertice parteciperanno anche il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi e il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando. Presente una delegazione degli armatori. Il sindaco della città, Giorgio Orsoni, spera di prendere parte all’incontro, mentre anche i rappresentanti del comitato “No grandi navi”, che lo scorso sabato hanno inscenato una clamorosa protesta, chiedono di essere ascoltati.
L’inquinamento delle navi. Sabato scorso, infatti, 40 attivisti si sono tuffati nel canale della Giudecca per bloccare il passaggio delle crociere, ritardando, per un po’, la partenza delle grandi navi. In arrivo multe salate per il gruppo di manifestanti, che hanno violato il divieto di balneazione. La questura intanto indaga su possibili illeciti penali per interruzione di pubblico servizio.
Il comitato “No grandi navi” lo scorso giugno aveva redatto un documento dove spiegava le ragioni della protesta contro il traffico crocieristico, cresciuto a Venezia in maniera esponenziale: dai 206 attracchi del 2007 si è passati ai 663 nel 2012. Una prima questione riguarda l’impatto visivo di queste imbarcazioni che per la loro mole stonano con il paesaggio cittadino, transitando vicino alla basilica di Piazza San Marco e ai palazzi storici di Venezia. Le immagini spettacolari del passaggio saranno raccolte dal fotografo Oliviero Toscani per pubblicare un libro “che possa descrivere questa follia”.
Un altro problema riguarda gli effetti idrodinamici generati dal transito delle barche sul tessuto urbano antico, fragile e delicato: le navi dislocano migliaia di tonnellate; quando passano l’acqua nei rii cala in un colpo solo di 20 centimetri. Ma ben più grave è il rischio per la salute degli abitanti: nel 2007 l’Arpav (Agenzia regionale per la protezione ambientale) stimava che le crociere siano la maggior fonte di inquinamento atmosferico della città. “Una nave inquina come 14mila automobili, soprattutto se ormeggiata” recita il comunicato di “No grandi navi”. È poi sempre presente il rischio di una manovra sbagliata, che potrebbe provocare danni gravissimi in una città iscritta nella lista Unesco dei patrimoni mondiali dell’umanità.
Le possibili soluzioni. La situazione dovrebbe comunque essere a una svolta: si tratta di applicare il “decreto-rotte”, firmato nel marzo del 2012 dagli allora ministri dell’Ambiente, Corrado Clini, e delle Infrastrutture, Corrado Passera. Il provvedimento, deciso dopo il disastro della Costa Concordia all’Isola del Giglio, dispone il divieto di transito nel bacino di San Marco e nel canale della Giudecca per le navi superiori a 40mila tonnellate. L’interdizione scatterà non appena le autorità marittime avranno individuato percorsi alternativi.
D’altronde a novembre inizieranno nella laguna storica i lavori del Mose e il traffico delle grandi navi dovrà necessariamente cessare. I progetti pronti sono tre, come spiega il ministro Orlando: “la costruzione di un altro canale, o la costruzione di un porto off shore, oppure lo sbocco su Marghera a regime”.
Per gli attivisti del comitato “No grandi navi” la soluzione migliore sarebbe la creazione di un nuovo porto ai bordi della laguna, dove far attraccare le navi da crociera e poi traghettare i passeggeri nel centro della città con una flotta di mezzi di trasporto acqueo superleggeri, sul modello di quelli utilizzati nei fiordi norvegesi. Il sindaco Orsoni è invece propenso per dirottare le imbarcazioni a Marghera. La decisione spetterà comunque al governo, che deciderà presto. Secondo il ministro dei Beni Culturali Massimo Bray “il problema per la tutela della laguna non è più rinviabile”.
Domenico Mussolino