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Derby capitolino: niente scontri o al ritorno non si gioca a Roma. E a San Siro chiuso un settore della nord per i cori razzisti

di Gianpaolo Confortini18 Settembre 2013
18 Settembre 2013

Francesco Totti, 20 anni nella RomaDopo i violenti scontri registrati l’anno scorso il prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, in vista del derby di domenica lancia un ultimatum agli ultra delle tifoserie capitoline. “Saranno i tifosi con il loro comportamento a decidere se il derby di ritorno si giocherà a Roma”. Tuttavia Pecoraro si è detto fiducioso e non teme che si possano ripetere i tafferugli avvenuti in passato “Ci sono tutte le condizioni per assistere a una partita tranquilla sotto l’aspetto dell’ordine pubblico. Spero – ha concluso il prefetto- i tifosi prendano esempio dal comportamento corretto del pubblico di Sampdoria-Genoa, un derby che e’ stato perfetto sotto il profilo dell’ordine pubblico, e mi auguro che lo stesso accada domenica.” Per stemperare il rovente clima derby il sindaco Marino ieri mattina si è presentato al campidoglio con una sciarpa giallorossa e biancoazzurra.“Sono positivamente preoccupato nel senso che sono sicuro che sarà una bella giornata per la città ma preoccuato perchè ho una responsabilità insieme al prefetto e alle forze dell’ordine.Sono sicuro – ha infine concluso il sindaco – che prevarrà l’entusiasmo e la passione per una giornata che auspico di gioco e di gioia perché  il calcio rappresenta un momento di sintesi del gioco di squadra”. Scontri a San Siro- Le violenze negli stadi non si registrano solo a Roma. A San Siro domenica scorsa, mentre si giocava il derby d’Italia dei facinorosi teppisti mascherati da tifosi dell’Inter hanno scavalcato i cancelli di sicurezza che separavano la curva interista dal settore ospiti per pestare un tifoso juventino reo d’aver esultato al gol del pareggio dei bianconeri. E sempre a San Siro, durante il big match Inter- Juventus, si sono registrati nuovi episodi di razzismo. I giocatori di colore della Juventus sono stati fischiati e derisi nel corso del secondo tempo. L’infame gesto è costato all’Inter 15.000 euro d’ammenda e la chiusura del secondo anello verde visto che i cori e fischi sono partiti da quel settore.

Gianpaolo Confortini

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