La Concordia è di nuovo in piedi. La rotazione si è conclusa alle quattro di questa mattina senza sversamenti in mare. Vedere il relitto tornato in posizione verticale, anche se non ancora in linea di galleggiamento, fa un certo effetto.
La parte riemersa. Visibile lo squarcio sulla fiancata che in questi oltre 600 giorni ha poggiato sul fondale roccioso. Sul lato della Concordia sommerso ci sono delle enormi deformazioni, con ogni probabilità dovute, spiegano alcuni addetti ai lavori, all’impronta degli scogli. Adesso il relitto poggia sulla piattaforma creata ad hoc per l’operazione. Erano state ipotizzate 12 ore di lavoro per raddrizzare la Costa Concordia, ma i tempi si sono dilatati anche a causa di alcuni imprevisti nel pomeriggio, che hanno rallentato la rotazione della nave.
Le prossime tappe. Evidente la soddisfazione del capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, durante la conferenza stampa: “Oggi abbiamo messo un punto decisivo per l’allontanamento della nave dall’isola del Giglio. L’operazione di parbuckling della Concordia è stata portata a termine”. Nonostante il successo dell’operazione che ha riportato in asse la Costa Concordia, c’è ancora molto da fare: “Non è ancora finita”, ha spiegato Gabrielli, “Ora bisogna procedere alla definitiva stabilizzazione per affrontare l’inverno” e sono necessarie “attività sulla fiancata della nave, appena riportata alla luce, danneggiata dall’impatto sugli scogli”. La nave rimarrà al Giglio ancora per diversi mesi: sul lato emerso saranno installati i cassoni di galleggiamento, e solo in primavera la Concordia sarà trainata in un porto per essere smantellata.
Il rischio ecologico è stato scongiurato. Senza il rischio sversamenti, Maria Sargentini, presidente dell’osservatorio ambientale sulla Concordia, ha escluso che la nave adesso possa essere una bomba ecologica per l’ecosistema dell’Isola del Giglio: “Siamo arrivati fino a questo punto rispettando ciò che avevamo previsto – ha aggiunto – non vedo perché ciò non debba valere anche per l’aspetto ambientale”.
I due dispersi. A venti mesi dall’incidente ancora nessuna traccia dei due corpi che ancora mancano all’appello. I dispersi sono Maria Grazia Trecarichi, che era in crociera con la figlia e un’amica, e Russel Rebello, l’indiano che lavorava sulla nave come cameriere. “Appena possibile, ci rimetteremo al lavoro per trovarli”, ha ribadito il capo della Protezione Civile al termine delle operazioni. I due dispersi probabilmente si trovano nella nave, ha spiegato Gabrielli, sottolineando che ora sarà possibile esplorare parti della Concordia finora inaccessibili.
Alessandro Filippelli