Il ministro della Salute, Roberto Speranza, sembra fiducioso sui risultati ottenuti in merito al contenimento del virus. Con un indice Rt in calo rispetto alla settimana scorsa, il ministro dichiara che le misure restrittive siano “l’unico vero strumento che abbiamo per abbassare il contagio e metterlo sotto controllo”. Tuttavia, la riapertura a Natale potrebbe, se non attuata in maniera oculata, causare un “rimbalzo dei contag”i, rispetto a quanto stiamo assistendo in questi giorni. Questi sono i dubbi di Roberto Cauda, ordinario di malattie infettive all’Università Cattolica del Sacro Cuore e direttore del Dipartimento di malattie infettive del Policlinico Gemelli.
I numeri della giornata di ieri sembrano far ben sperare: sono stati registrati 36.176 nuovi contagiati, in aumento, rispetto ai 34.282 di mercoledì, al netto però di 250.186 tamponi (17.020 in più rispetto a due giorni fa). Cala inoltre il rapporto tamponi-positivi, che da 14,6% scende a 14,4%, che sebbene non sia un calo particolarmente significativo, potrebbe essere indice di un trend in discesa. A diminuire è anche il numero di decessi: 653 nelle ultime 24 ore.
In questa prospettiva, il ministro della Salute non nega che le misure restrittive possano avere delle ripercussioni di tipo economico e culturale, ma ricorda che tali misure “dimostrano di funzionare”. E’ necessario anche un Oms più trasparente e più forte, in quanto “i problemi di salute non si risolvono solo in un Paese”.
Tuttavia, sulla lettura dei numeri e sulla riapertura a Natale, Cauda invita alla cautela: “Siamo in una sorta di plateau che oscilla tra 14 e 17%” ma “non vorrei ci fosse troppo ottimismo” ha dichiarato.
