ROMA – In Italia il settore automotive non decolla più. Dopo i risultati disastrosi dei mesi precedenti, anche a settembre la produzione di autoveicoli fa registrare un calo consistente: meno 40,4% rispetto all’anno precedente.
Secondo i dati forniti dall’Istat, nei primi nove mesi del 2024, il crollo del settore è stato del 27,9%. Dato ancora più negativo se si considera che la voce “autoveicoli” comprende, in realtà, anche “telai e unità complete per autovetture, autobus, camper, autogru, motori per autoveicoli e trattori”.
L’Istituto nazionale di statistica rivela anche che la transizione verso le auto meno inquinanti è lenta. Nel 2023 le ibride sono solo il 6,9% del totale nei Comuni capoluogo (più del 10% solo a Varese, Milano e Bologna) e le elettriche appena lo 0,6% (più dell’1% soltanto a Milano, Bergamo, Brescia, Bolzano e Trento).
Intanto Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy, ha anticipato che, a suo avviso, John Elkann, dopo aver “assunto la responsabilità diretta” di Stellantis, non avrebbe più alcuna ragione per rimandare la sua audizione in Parlamento sul nuovo piano industriale. “Sono convinto che, con lo sforzo di tutti, possiamo riuscire davvero a scrivere una nuova diversa pagina per l’industria dell’auto italiana”, ha aggiunto Urso.