Il centrosinistra non sembra riuscire a trovare un’unità in vista delle elezioni del 4 marzo, soprattutto tra il Partito Democratico e Liberi e Uguali. Continuano infatti le polemiche, dopo che nei giorni scorsi il terreno di scontro tra i due partiti si è acuito soprattutto sul tema delle larghe intese e del voto utile. L’ex premier Matteo Renzi ha messo in guardia dal votare il partito di D’Alema, altrimenti “si avvicina Salvini al governo di questo Paese”, con un chiaro riferimento ai voti che i dem potrebbero perdere e che, andando a LeU, favorirebbero la Lega. Il leader di Liberi e Uguali Pietro Grasso aveva replicato già due giorni fa, accusando il segretario Pd di “usare il solito ritornello perché ha paura, ma chi lo vota appoggia le larghe intese”.
Lo scontro a sinistra dunque si caratterizza sempre di più per una diversa visione dei programmi e della strada da intraprendere non solo in campagna elettorale, ma soprattutto dopo il voto. Una divergenza tale che secondo Grasso – che ha citato il Jobs Act – “il Pd da tempo ha abbandonato le politiche di sinistra”, mentre ieri l’esponente LeU e capogruppo di Mpd Francesco Laforgia ha attaccato Renzi definendolo “senza pudore per fare la morale all’ex magistrato”.
Intanto questa mattina il segretario del Pd ha replicato alle accuse nel corso di un suo intervento su Rtl. “Sono stupito – ha affermato Renzi – di tanta gente che quando le cose andavano bene, elogiava ben oltre i meriti, e oggi insulta oltre i demeriti”. L’ex Presidente del Consiglio ha poi parlato della possibilità delle larghe intese, ritornato sul tema degli estremisti già toccato ieri a Firenze. Renzi ha escluso categoricamente – con riferimento a Salvini – una qualsiasi possibilità di fare accordi “con gli estremisti”, poiché “non possono far parte di un governo che mira a mandare avanti e far crescere il Paese”.