“Mi vergogno che il dittatore turco Erdogan sia stato accolto in Italia e mi vergogno che qualcuno pensi che la Turchia possa entrare nella Ue”. Non è per niente piaciuta al leader della Lega Matteo Salvini, l’accoglienza riservata al presidente turco Recep Tayyip Erdogan a Roma.
Intanto, le cronache, raccontano dei colloqui romani del presidente turco caratterizzati da toni schietti. Il colloquio avuto durante la colazione al Quirinale viene descritto come «franco e rispettoso», che nel linguaggio di tutti i giorni significa: il presidente turco e Sergio Mattarella hanno manifestato opinioni diverse tanto sulla Siria quanto sui diritti umani. L’accoglienza con tutti gli onori non ha impedito di rimarcarlo. Per quanto riguarda i rapporti fra Turchia ed Europa, da parte italiana si è confermata la posizione sostanzialmente coincidente con quella espressa da Bruxelles, mentre Erdogan ha ribadito le posizioni e le richieste espresse in questi ultimi giorni in varie interviste. Sul fronte bilaterale, invece, prosegue il dialogo, che si intende mantenere aperto, e che vede in alcuni ambiti degli accordi già operativi che vedono gli interessi dei due Paesi coincidere e sul quale si intende proseguire con una cooperazione molto stretta e positiva.
Stessa cosa a Palazzo Chigi, nel successivo incontro con Paolo Gentiloni, molto incalzante quando si è passato a parlare dell’offensiva militare turca contro i villaggi curdi in Siria. In merito alla richiesta pressante del leader turco di entrare nell’Unione europea, richiesta incompatibile con la morsa sugli oppositori (ne avevano scritto nei giorni scorsi a Mattarella l’Anm, le Camere penali e la Fnsi). Gentiloni ha poi fatto intendere che scarcerare subito i giornalisti e i rappresentanti delle Ong sarebbe di buon auspicio in vista del vertice tra Turchia e Ue in calendario a marzo, che viceversa partirebbe in salita.