Dall’ex premier Mario Monti a Romano Prodi, passando per l’alfiere renziano al Senato, Luigi Zanda, e poi il ministro Anna Finocchiaro e Luciano Violante. Fino a Silvio Berlusconi. Tutti uniti dalla stessa idea: Paolo Gentiloni, l’attuale presidente del Consiglio, è il più probabile e il più auspicabile candidato destinato a succedere a se stesso.
È lui l’uomo destinato a mettere d’accordo le forze politiche, forte di un consenso che travalica gli schieramenti, sia interni al PD che fuori dal tradizionale perimetro democratico. Il suo stile caratterizzato da equilibrio e fermezza, i toni pacati, la capacità di unire e tenere insieme forze altrimenti separate dalla spinta centrifuga, hanno permesso al premier di guadagnare un consenso largo tra gli elettori di diverse posizioni politiche. E Gentiloni gode di un’ampia stima in quelle cancellerie europee, ormai avvezze a tornate elettorali che non riescono a esprimere nuovi governi.
Ieri è arrivata l’apertura di Silvio Berlusconi a un possibile Gentiloni bis se, dalle urne, nessun partito e nessuna coalizione riuscisse a ottenere il 40%. Presentando il nuovo libro di Bruno Vespa, “Soli al comando”, l’ex Cavaliere ha annunciato il sostegno di Forza Italia a un nuovo governo Gentiloni: “La soluzione più corretta – senza una maggioranza autonoma dopo il voto – sarebbe quella di continuare con questo governo”. In modo da arrivare a nuove elezioni a ottobre, fattore “che permetterebbe ai partiti di far conoscere meglio agli elettori i loro programmi”, ha concluso Berlusconi.
Il leader della Lega Matteo Salvini però non è dello stesso parere. Attraverso le parole del suo vice, il numero due del Carroccio Giancarlo Giorgetti, avverte: “Non vogliamo tradire gli elettori. Noi mai con Gentiloni”.
Sostegno aperto invece da sinistra: in un’intervista al Corriere della Sera l’ex presidente della Camera Luciano Violante spiega: “Paolo Gentiloni è una personalità altamente inclusiva, che non crea dissensi e, anzi, suscita consensi rilevanti”. In questo anno di governo, sottolinea Violante, l’attuale premier “ha dato più ossigeno alla governance. Gentiloni potrebbe avvicinare molte persone al voto”.