Matteo Salvini come Aldo Moro: imbavagliato, con alle spalle la bandiera delle Brigate rosse. Un’immagine postata (e poi rimossa) ieri su Facebook dalla pagina “Vento ribelle”, corredata dal commento: “Ho un sogno”. Lo stesso leader della Lega stamattina ha condiviso il post, definendo il fotomontaggio una “vera violenza” e anticipando di voler denunciare l’autore: “Attendo reazioni scandalizzate come quelle dei giorni scorsi – ha aggiunto – dove è stato detto tutto e il suo contrario su episodi di presunta violenza”. Un riferimento alle polemiche scatenate dal blitz neonazista di lunedì scorso a Como, ai danni di un’organizzazione a sostegno dei migranti. Ma anche a quelle provocate dalla bandiera del secondo Reich, simbolo dei gruppi neonazisti tedeschi per scampare al reato di apologia del nazismo, appesa alla parete di una camerata dei carabinieri a Firenze.
“Sono sicuro – ha spiegato Salvini – che di fronte a tante inaccettabili minacce si aprirà anche un serio dibattito sulla violenza vera e non presunta”. E nei giorni in cui la discussione sulla legge contro le fake news ha occupato le prime pagine di tutti i quotidiani, non manca un riferimento al ruolo che gli stessi social possono avere: “Mi auguro che dopo tante chiacchiere, su Facebook partano indagini vere e approfondite sull’autore di questo gesto”.
Anche Massimiliano Fedriga e Gian Marco Centinaio, presidenti dei gruppi parlamentari leghisti, hanno condannato il post di ieri: “A chi minaccia Matteo Salvini consigliamo di trovarsi un buon avvocato, di studiare un po’ di storia e di parlare con le famiglie di chi è morto negli anni di piombo così da imparare un po’ d’umanità. Siamo stanchi della democrazia a senso unico, della solidarietà a parti alterne. Dove sono oggi le anime belle della sinistra?”.
Proprio dal Pd arriva un messaggio di solidarietà a Matteo Salvini: “Bavagli e ricordi di un sanguinario passato terroristico sono da condannare con forza”, ha dichiarato in una nota Emanuele Fiano, responsabile Sicurezza del partito e primo firmatario della legge contro l’apologia di fascismo in Italia. “Le autorità facciano piena luce su un gesto grave, visto che il web non può e non deve essere terreno di caccia incontrastato per sostenitori di diversi estremismi”.