La bozza del contratto per gli statali, esplicita e rafforza le sanzioni da infliggere in casi di aggressione di carattere sessuale nei confronti di un collega o una collega. “Via dalla Pubblica amministrazione chi commette molestie a carattere sessuale”, recita il testo.
In prima battuta si incappa in una sospensione, fino a un massimo di 6 mesi, ma se il comportamento si ripete, nell’arco del biennio, scatta il licenziamento. La pena massima è prevista se c’è “recidiva di atti o comportamenti o molestie a carattere sessuale” o “quando l’atto, il comportamento o la molestia rivestano carattere di particolare gravità”.
L’anno scorso Cgil, Cisl, Uil e Confindustria, hanno siglato un’intesa che recepisce l’Accordo Quadro sulle molestie e la violenza nei luoghi di lavoro. L’intesa riafferma che le molestie o la violenza nei luoghi di lavoro sono inaccettabili e vanno denunciate, sottolineando che le imprese e i lavoratori hanno il dovere di collaborare al mantenimento di un ambiente di lavoro in cui sia rispettata la dignità di ognuno e siano favorite le relazioni interpersonali.