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HomePolitica Zanon a Lumsanews: “En Marche e M5s due movimenti di società con differenti obiettivi”

“En Marche e M5s
due movimenti di società
con obiettivi differenti"

A Lumsanews parla Mauro Zanon

autore di “Macron, rivoluzione liberale”

di Alessio Foderi26 Ottobre 2017
26 Ottobre 2017

Un movimento “En marche !” europeo a chi guarderebbe come alleato in Italia?

Ovviamente il Pd diretto da Matteo Renzi è già visto da Macron benissimo. Fra i due c’è grande affinità, nonostante una differenza nella formazione. Inoltre, possiamo dire che Renzi ha anticipato Macron. Il riformismo liberale che il presidente sta tentando di portare avanti in Francia si ispira molto al piglio decisionista che si è visto in Italia con l’attuale segretario del Pd. Quindi, non si sbaglia quando si dice che la nuova riforma del lavoro è un Jobs Act alla francese. Non va dimenticato che anche Gentiloni è visto benissimo dall’Eliseo.

Ma Italia quindi non c’è nessuna forza simile al movimento di Macron?

È un paragone azzardato, ma il movimento che si avvicina a Macron in Italia è il M5S, ma soltanto perché si tratta di un movimento di società. In effetti, se da una parte abbiamo un’accozzaglia che non ha un progetto di marcia che cerca in maniera confusionaria di portare avanti dei progetti di cui non sappiamo nulla, dall’altra il movimento En Marche è un progetto serio e chiaro fin dall’inizio. C’è stato uno studio sul terreno enorme, quasi porta a porta, come analizzo nel capitolo intitolato “Big data” del mio libro”. Su “Destinazione Italia” di Renzi sono un po’ scettico: cerca di riprendere i passi di en Marche ma secondo me non funzionerà. È ormai fuori tempo.

In effetti la classe politica francese arriva da un élite ben istruita…

Esattamente, tutti i politici provengono dalle grandi scuole francesi. In questo non fa eccezione Macron e il suo movimento. Va però detto che attorno a lui ci sono sia persone dell’aristocrazia repubblicana, che persone della società civile.

In questi primi mesi le relazioni franco-italiane state facili. Come analizzerebbe il comportamento di Macron in questi primi mesi? 

Io credo che Macron stia cercando un equilibrio fra patriottismo francese e uno spiccato europeismo. Ha incontrato 22 dei 27 capi di stato europei. È un attivismo che non si vedeva da molto tempo e che di certo non aveva Hollande. Secondo me è una logica di compromesso, quella fra sovranismo e europeismo, che viene applicata a varie situazioni: dal caso Fincantieri alla questione dei migranti economici.

Nel triangolo Parigi-Roma-Berlino, che carte può giocare l’Italia?

 La Merkel indebolita dalle elezioni tedesche di settembre può riportare l’Italia al centro dei giochi. Può non esserci più quel duetto franco-tedesco che ha sempre caratterizzato questa Europa. C’è una bellissima copertina del “The Economist” che recita “nuovo ordine europeo”. Secondo me Roma dovrebbe puntare molto su Macron. Ovviamente dipenderà da chi salirà a palazzo Chigi. Se vincerà il M5S potrà essere un’alleanza complicata, nel caso vincesse Renzi invece l’asse franco-italiana sarà fortissima per questioni d’età e di idee. Va infine sottolineato che anche se la Germania ha tifato per Macron, non vede troppo bene la sua volontà di rinnovare l’Europa. Si dovrebbe approfittare dell’elezione di Macron proprio per rinforzare l’asse Roma-Parigi.

 

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