«Sono mesi che si dice che bisogna fare la legge, ci abbiamo provato e ci hanno provato in Parlamento in tutti i modi. Non penso che la fiducia possa inficiare il giudizio sulla legge elettorale». Queste le parole di Matteo Renzi, segretario del Partito democratico, nel corso di una diretta a Porta a porta dal treno “Direzione Italia” dalla stazione di Benevento. L’ex premier, così, ha risposto alle critiche alla fiducia sul Rosatellum ricevute da Giorgio Napolitano.
Intervistato questa mattina a Circo Massimo su Radio Capital, l’ex premier ha poi aggiunto: «Non è la prima volta che Napolitano esprime valutazioni di profondo dissenso rispetto al Pd. Tuttavia ho una stima enorme per lui e quando sento Di Battista insultarlo dandogli del vigliacco, mi vergogno per Di Battista». Ribadendo, però, sull’intervento del governo: «Mettere la fiducia è un atto assolutamente legittimo».
A Renzi, poi, è stato chiesto se alle prossime elezioni politiche ci sarà o meno una grande coalizione con Silvio Berlusconi. Il segretario del Pd ha negato l’accordo: «È evidente che prendere il 40% è difficilissimo, lo abbiamo preso alle europee ed è stata una vittoria, lo abbiamo preso al referendum ed è stata una sconfitta». Il segretario del Pd prevede che, se il partito riuscisse a prendere in coalizione il 40% dei voti, potrebbe governare il Paese da solo. Ma per farlo, chiarisce Renzi, c’è bisogno di un’alleanza tra il Pd e Campo progressista di Giuliano Pisapia, oltre alle forze di centrosinistra, i Socialisti, i Verdi e l’Italia dei valori. Il segretario, quindi, smentisce ogni legame con Ala di Denis Verdini per una nuova maggioranza, commentando: «Quando Verdini è stato decisivo nel voto sulle unioni civili, non siete stati così scandalizzati. Vi stupite che sulla legge elettorale ci sia un accordo con Forza Italia e Lega, ma la legge si vota con chi ci sta, anche con le opposizioni».
Sul versante delle pensioni, il leader del Pd ha proposto una pausa di sei mesi per ragionare sull’aumento dell’età pensionabile in base alle aspettative di vita, trovando l’appoggio dei sindacati. «Spero si possa trovare una soluzione per incrociare le esigenze legittime di chi, ad esempio, fa un lavoro usurante. Se si trovano soluzioni alternative, perché mandare in pensione la gente un anno dopo? Bisogna trovare un giusto equilibrio e usare l’Ape, l’anticipo pensionistico, per quello».