Il quinto round dei negoziati sulla Brexit esprime un nuovo no deal. Non c’è ancora una bozza di accordo sulle modalità di divorzio di Londra dall’Unione Europea. Uno stallo che si perpetua in merito alla questione degli obblighi finanziari britannici verso Bruxelles ed il nodo delle due Irlande, che non si risolverà dunque per il vertice Ue di settimana prossima.
Eloquenti le parole di Michael Barnier, il capo negoziatore europeo, in conferenza stampa: “Non ci sono ancora sufficienti progressi sulle questioni create dall’uscita della Gran Bretagna dall’Unione, per cui non potrò proporre al summit dei capi di governo della settimana prossima di iniziare a discutere della futura relazione con Londra”. Barnier ha denunciato un‘impasse estremamente preoccupante per gli Stati membri e le regioni che si sono impegnate in investimenti e progetti. “La Gran Bretagna non è ancora pronta a precisare la sua posizione sugli impegni finanziari, quindi non ci sono stati negoziati – conclude – possiamo compiere passi decisivi nei prossimi due mesi”. Sembra invece più vicina l’intesa sui diritti dei 3 milioni di cittadini europei residenti in Gran Bretagna, fra cui 600mila italiani, e degli oltre un milione di inglesi residenti nei 27 paesi dell’Unione.
Le divisioni all’interno del governo britannico tra hard e soft brexiters continuano a rallentare la trattativa. La stessa premier Theresa May, non al più tardi di ieri, non ha fatto mistero di aver votato per il remain nel referendum di giugno 2016 e di non esser certa se ad oggi voterebbe per il leave.
“Per fornire certezze dobbiamo parlare del futuro, spero che gli Stati membri la prossima settimana – al vertice Ue – riconoscano i progressi fatti nello spirito del discorso di Firenze di Theresa May e facciano passi avanti” ha dichiarato il caponegoziatore britannico David Davis al termine del quinto round di negoziati sulla Brexit. Durante la conferenza stampa però il valore della sterlina ha toccato il minimo storico degli ultimi mesi, 90 centesimi di euro. Sull’eventualità che Bruxelles e Londra non trovino un accordo Barnier ha chiosato: “Un non accordo sarebbe un pessimo accordo, ma in ogni caso l’Ue “è preparata a tutte le eventualità”.