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"Stop alle pellicce animali"
la svolta di Gucci
dalla prossima stagione

La rivoluzione annunciata dal Ceo:

"cambieremo l'industria del lusso"

di Luisa Vittoria Amen12 Ottobre 2017
12 Ottobre 2017

La pelliccia va in pensione. O almeno sulle passerelle di Gucci. Dopo anni di proteste, polemiche senza fine, uova marce lanciate sui più illustri personaggi del fashion system, la maison fiorentina ha annunciato che non userà più pellicce di derivazione animale nelle sue collezioni. Ad annunciarlo, il presidente e amministratore delegato del brand, Marco Bizzarri che durante il suo intervento al Kering Talk 2017 al London College of Fashion, ha dichiarato: «Essere socialmente responsabili è uno dei valori fondamentali di Gucci e continueremo a cercare di fare di più per l’ambiente e gli animali e speriamo che questa scelta possa contribuire a ispirare l’innovazione e diffondere consapevolezza, cambiando l’industria della moda del lusso in meglio».

Il nuovo piano di sostenibilità di Gucci partirà dalla collezione primavera-estate 2018. Il brand fiorentino aderisce quindi alla Fur Free Alliance, il network internazionale che mira a condizionare le politiche di responsabilità sociale delle aziende moda al fine di rinunciare all’uso di pellicce animali. Niente più visone, zibellino, volpe, karakul (agnello persiano o astrakhan), coniglio, opossum né altri animali allevati o catturati.

Con questa decisione, Gucci si unisce ad altri celebri marchi di lusso e rivenditori come Armani, Stella McCartney, Calvin Klein e Yoox. La notizia è stata accolta con grande entusiasmo dalle associazioni animaliste, come la Lav-Area moda animal free, il cui responsabile Simone Pavesi, ha commentato: «La decisione di Gucci cambierà radicalmente il futuro della moda. Il rispetto degli animali è sempre più radicato nei valori delle persone e i grandi nomi della moda stanno gradualmente attuando politiche di responsabilità sociale in questa direzione».

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