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Anche in Italia prende piede il Graphic Journalism

di Domenico Cavazzino04 Maggio 2012
04 Maggio 2012

Il graphic journalism è un fenomeno in evoluzione nel mondo, che sta pendendo piede anche nel nostro paese. Ma cos’è esattamente? Se n’è discusso alla presentazione del libro “Italia da Fumetto. Graphic Journalism, narrativa disegnata nel racconto della realtà italiana di ieri e di oggi” di Francesco Fasiolo. Secondo l’autore il valore giornalistico di un fumetto è dare informazioni su qualcosa di cui si sa poco. Deve esserci un valore narrativo altrimenti sarebbe solo giornalismo illustrato. Per realizzare una graphic novel con taglio giornalistico le regole da rispettare sono poche e semplici: un’evidente presa di posizione dell’autore,  uno scopo informativo e non biografico e la ricerca di rigore giornalistico (controllo delle fonti, rispetto degli intervistati, osservanza dei codici deontologici…). Il fumetto è stato disprezzato per molto tempo e a questo si deve la scarsa considerazione quando viene accostato a un mondo serio come quello del giornalismo. Il termine americano comics significa comico e anche quando le tematiche dei fumetti sono mutate è rimasto lo stesso. Tuttavia per Art Spiegelman, autore di Maus, i comics possono essere visti sotto un’altra luce: co-mics, una forma letteraria che mixa vari linguaggi. Il fenomeno del graphic journalism deve il suo successo ad autori d’oltreoceano come Joe Sacco o Guy Delisle che hanno posto la prima pietra raccontando in modo nuovo un loro viaggio: Joe Sacco parte perla Palestinasenza pregiudizi e al suo ritorno scrive un resoconto a fumetti assumendo una posizione filo-palestinese. Delisle, invece, dopo essere stato a Pyongyang descrive tramite i fumetti la vita nella capitale nordcoreana. In Italia il Graphic Journalism si sviluppa solo negli ultimi 5 anni: la casa editrice Becco Giallo pubblica volumi con graphic novel di taglio giornalistico e la rivista Internazionale gli dedica uno spazio apposito. Recentemente sul Corriere della sera è stata pubblicata l’ultima opera di Delisle, “Cronache da Gerusalemme”. Come opere italiane possiamo citare “Nicaragua” di Riccardo Mannelli, primo esempio di reportage a fumetti nel nostro Paese, del 1984 o “Zona del silenzio” di Checchino Antonini e Alessio Spataro che raccontano il caso di Francesco Aldovrandi.

Domenico Cavazzino

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