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HomeCultura Legge parchi nazionali, il WWF si mobilita per difendere la natura

Legge sui parchi nazionali
approda oggi in aula
Il WWF vuole correzioni

La presidente: "Se testo non emendato

indebolimento delle riserve italiane"

di Rossella Melchionna27 Marzo 2017
27 Marzo 2017

Sarà affrontata oggi, alla Camera, la riforma della legge 394/91 riguardante i parchi italiani. A tal proposito, già da ieri, il WWF si è «mobilitato per difendere i parchi nazionali, alla discussione di una legge che rischia di portare indietro di quarant’anni il sistema di protezione della natura», come si legge in una nota dell’organizzazione. Che ha esortato, poi, tutti i cittadini contrari alla legge a scrivere al deputato della propria circoscrizione per difendere l’ambiente.

Donatella Bianchi, presidente del WWF Italia, sul dibattito della legge ha aggiunto: «La proposta di riforma che approda in aula alla Camera, dopo essere stata approvata al Senato, è una grande opportunità perduta: se il testo non verrà emendato, ma licenziato frettolosamente, anziché rilanciare e rafforzare i parchi italiani, li indebolirà». La presidente, inoltre, ha lanciato un appello a tutti i deputati affinché «accolgano una serie di modifiche sostanziali per cambiare il testo, che rischia di stravolgere il sistema delle aree protette e di indebolire la natura d’Italia».

Sebbene la Costituzione attribuisca allo Stato il ruolo di salvaguardare l’ambiente, con la nuova legge le aree protette passerebbero sotto il controllo degli Enti territoriali, aumentando così il rischio che queste diventino vittime di logiche territoriali e partitocratiche. «Oggi – continua Bianchi – il Parlamento sembra incapace di ascoltare il mondo al di fuori del Palazzo, mentre la Legge Quadro del 1991 si aprì al confronto con la società civile e la comunità scientifica». Concludendo: «Ma c’è ancora una possibilità per correggere la rotta».

La proposta di legge, comunque, prevede che i presidenti dei parchi abbiano solo generiche qualifiche di gestione amministrativa, senza richiedere competenze precise in ambito di tutela dell’ambiente. Similmente accadrebbe ai direttori delle aree protette, ai quali non saranno richieste capacità specifiche e che saranno eletti non più con nomina nazionale, bensì locale.

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