Urne aperte e fischio d’inizio. L’Olanda gioca una partita importante per se stessa e per l’Europa: dalle 7 e 30 di stamattina gli olandesi hanno incominciato a votare per l’elezione dei nuovi rappresentanti della Camera bassa. In campo i partiti e i leader più importanti dello scenario politico orange. In primo piano ci sono il premier uscente Mark Rutte, leader del partito liberale di destra (Vvd), e Geert Wilders, protagonista della ultradestra euroscettica e islamofoba riunita nel “Partito della libertà” (Pvv). Ed è proprio Wilders l’avversario più temuto. In caso di sua vittoria – i sondaggi lo danno al terzo posto – si potrebbe aprire una nuova stagione di populismi, che disgregherebbe l’idea stessa di Europa. Per questo motivo a guardare la partita sugli spalti ci saranno Francia e Germania: entrambe protagoniste nel 2017 di nuove elezioni politiche.
Gli ultimi sondaggi. Al momento i bookmakers danno in vantaggio i liberali del premier uscente in vantaggio con il 25% dei consensi. Il risultato porterebbe comunque un numero di seggi inferiore, tra i 24 e i 28, rispetto al 2012. In seconda posizione arriverebbe il partito cristiano democratico di Sybrand Buma con il 21% (19/24 seggi). Il partito populista di Wilders raggiungerebbe solo il 20% con 19/21 seggi. Seguirebbe infine la sinistra radicale dei Verdi sociali e i laburisti attorno al 15%.
Situazione complicata per tutti. Per il partito di Wilders, in caso di vittoria inattesa, sarà molto difficile, quasi impossibile, governare in autonomia. Quello olandese è un sistema proporzionale puro, che richiede una maggioranza di 76 seggi alla Camera bassa. Necessarie, dunque, larghe coalizioni. E Wilders non è apprezzato dalle altre forze politiche, che hanno dichiarato di non volersi alleare con lui. I sostenitori del leader di ultradestra sperano negli elettori indecisi – fino a ieri si attestavano al 60% – che porterebbero a Wilders almeno la maggioranza relativa.
La situazione non sorride neanche ai liberali, che non potranno ripetere l’alleanza con i laburisti. Infatti entrambi i partiti hanno perso numerosi consensi rispetto al 2012, quando ottennero 79 seggi su 159. Non resta che aspettare la chiusura delle urne alle 21, dopodiché l’Olanda conoscerà il suo futuro.