L’aver proibito ai dirigenti turchi in visita di tenere comizi presso le comunità turche in Germania, in merito al tema del referendum di Aprile con cui Ankara potrebbe imboccare la svolta presidenzialista, è costato ai tedeschi l’accusa di «nazismo». A sferrare il pesante attacco è stato l’autoritario presidente turco Erdogan, che in riferimento ai divieti ha dichiarato: «In Germania non permettono ai nostri amici di parlare. Lasciateglielo fare. Pensate forse che impedendo loro di parlare i voti in Germania saranno per il No invece che per il Sì?». Aggiungendo poi: «Germania tu non hai niente a che fare con la democrazia. Queste vostre pratiche odierne non sono affatto differenti da quelle del nazismo del passato». Le risposte da Berlino non si sono fatte attendere. Il ministro della giustizia tedesco Heiko Maas, ha parlato di parole «infami, astruse, inaccettabili e da rigettare nel modo più aspro». Il delegato alla Cancelleria del governo di Angela Merkel, Peter Altmeier, ha evidenziato come la Germania sia «imbattibile su questioni come stato di diritto, tolleranza e liberalismo». Più duro invece il segretario generale della Csu, Andreas Scheuer, che ha parlato di “mostruoso passo falso del despota del Bosforo”. Per mettere una toppa allo strappo diplomatico ieri sera i ministri degli esteri dei due Paesi, Cavusoglu per la Turchia e Gabriel per la Germania, hanno avuto un colloquio telefonico, ma avevano già concordato in precedenza di incontrarsi di persona mercoledì prossimo.
Alta tensione tra Turchia e
Germania dopo le accuse di
nazismo lanciate da Erdogan
Telefonata tra i ministri degli esteri
nel tentativo di ricomporre la frattura
06 Marzo 201758