Italia e Libia hanno ratificato ieri un accordo storico per fermare l’immigrazione illegale, il traffico di esseri umani e il contrabbando nel Mediterraneo. L’intesa ha una validità di tre anni e si articola in otto punti, che sanciscono l’impegno di Tripoli per controllare le coste libiche, e di Roma, per aiutare il Paese nordafricano a monitorare i confini meridionali, attraverso i quali arrivano migliaia di migranti ma anche aspiranti jihadisti.
L’Italia – come si legge nell’accordo – garantisce sostegno alle istituzioni di sicurezza e alle regioni colpite dal fenomeno dell’immigrazione illegale. Ovvero formazione, equipaggiamento, assistenza alla guardia costiera libica, droni per il controllo dei confini, ma anche supporto per energie rinnovabili, infrastrutture, sanità, trasporti e sviluppo delle risorse umane. L’accordo, firmato a Roma dal Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e dal premier libico Al-Serraj, arriva dopo il viaggio in Libia, di qualche settimana fa, del ministro dell’Interno Marco Minniti.
Intanto oggi a Malta – a La Valletta – il summit europeo tra i leader dei 28 paesi membri dedicato proprio al tema dell’immigrazione e della rotta migratoria del mediterraneo. «L’Unione Europea – si legge nella dichiarazione congiunta – accoglie con favore ed è pronta a sostenere lo sviluppo dell’accordo firmato tra Italia e Libia». I leader europei hanno intenzione, inoltre, di rendere resilienti le politiche sull’immigrazione alle eventuali crisi future e l’impegno è anche quello di identificare «i potenziali ostacoli, ad esempio in relazione alle condizioni da rispettare per i rimpatri e rafforzare le capacità della Ue per i rimpatri, nel rispetto della legge internazionale».
Il testo approvato durante il vertice si articola in 10 punti fondamentali. In primis l’addestramento, l’equipaggiamento ed il sostegno alla guardia costiera libica, con l’attuazione di programmi europei come quelli già avviati in autunno dall’operazione Sofia. Le altre priorità sono: la lotta contro i trafficanti «con un approccio integrato che coinvolga la Libia»; il supporto alle comunità locali libiche; e assicurare adeguate capacità di ricezione e le condizioni per i migranti in Libia.