Continuano senza sosta le ricerche dei soccorritori nei pressi dell’Hotel Rigopiano, nel pescarese. Gli uomini della Protezione civile e delle forze armate, in particolar modo, stanno rivolgendo la loro attenzione al bunker e alle cucine. Ambienti dove, probabilmente, si sono radunate altre persone. Il bilancio delle vittime, però, sale. Sono sei i morti – l’ultimo non ancora identificato – e ventitre i dispersi: tra questi un senegalese di quarantadue anni che lavorava come inserviente nell’albergo.
Le polemiche sui ritardi dei soccorsi non accennano a fermarsi, ma il premier Paolo Gentiloni fa il punto della situazione. «La reazione a un’emergenza straordinaria è stata straordinaria», sostiene con convinzione il presidente del Consiglio. «Ringrazio le persone che hanno lavorato in condizioni difficili per salvare vite umane, un lavoro di cui dobbiamo essere orgogliosi». Aggiungendo subito dopo: «Abbiamo un sistema di Protezione Civile tra i migliori del mondo».
Gli eventuali errori commessi saranno valutati dalla magistratura, «tuttavia bisogna fare attenzione a scatenare nel Paese una voglia di trovare capri espiatori e giustizieri» precisa l’ex ministro degli Esteri. «Temo un Paese incattivito. La verità serve a far funzionare le cose meglio, non a cercare vendette».
Gentiloni sostiene anche che sia necessario «dare poteri straordinari a chi si occupa di emergenza e ricostruzione, ovvero alla Protezione Civile e al commissario per la ricostruzione». In altre parole, maggiore potere nelle mani di Curcio ed Errani.
«Nei prossimi 3-4 giorni ci concentreremo su quali possono essere questi poteri straordinari, e lo faremo con l’Anac e con il Parlamento» afferma il premier. «Non possiamo avere strozzature burocratiche, dobbiamo dare un segnale di accelerazione forte e chiaro ai cittadini, tra i quali si è diffusa la disperazione». E sul versante della ricostruzione, conclude: «Abbiamo un doppio nemico: la lentezza e la corruzione. Dobbiamo trovare un sistema per combatterli entrambi efficacemente».