La Guardia di Finanza ha arrestato un imprenditore di Livorno accusato di reati fiscali, bancarotta fraudolenta, riciclaggio e utilizzo di fatture false nonché traffico di sostanze stupefacenti. L’uomo, che aveva già dei precedenti penali da oltre un decennio e che aveva ricevuto un’interdizione perpetua dai pubblici uffici, era a capo di una fitta rete di rapporti tra società che comprendeva circa 17 persone, anch’esse arrestate, basata su uno schema di compravendita anomala di veicoli industriali con altre aziende di autotrasporto in conto terzi, in gran parte fallite o sulla via del fallimento.
Fatture per operazioni inesistenti sono state emesse da altre ditte per circa 9 milioni di euro. Questi gli elementi che hanno permesso agli inquirenti e al sostituto procuratore Massimo Mannucci di ricostruire un intricato sistema fraudolento nell’ambito di un’operazione denominata “Ghost Truck”. Le aziende di trasporto incriminate, attive sul territorio livornese tra il 2010 e il 2015, immatricolavano formalmente trattori stradali e semirimorchi, senza esserne mai state, di fatto, le effettive proprietarie.
In questo modo, le imprese cosiddette “cartiere” (ossia prive di effettiva capacità patrimoniale), si dotavano di un parco mezzi di cui in realtà non disponevano, assumevano e gestivano un personale del quale non potevano beneficiare ed emettevano, a loro volta, fatture false, gonfiate ad arte, consentendo alle imprese titolari dei mezzi di trasporto l’indebita deduzione dei costi. L’omessa presentazione delle dichiarazioni, del versamento delle imposte e degli oneri contributivi e previdenziali al personale, è valsa agli indagati l’accusa di evasione totale. I militari hanno sottoposto a sequestro preventivo 11 trattori stradali e 24 semirimorchi per un totale di 35 automezzi destinati al trasporto merci.