Erano migliaia, stamattina a Roma, gli studenti di scuole medie e licei che hanno aderito al corteo indetto dall’Uds, l’Unione degli studenti, in oltre 90 città italiane. Un corteo per protestare contro la politica scolastica del governo Monti, accusato di concentrarsi esclusivamente sui tagli richiesti dall’Unione europea e di trascurare la domanda di maggiore qualità dell’insegnamento proveniente da alunni e professori. Al corteo si sono poi aggregati, a piazza dell’Esquilino, i professori, confluiti a Roma con precari e studenti di ogni età, per protestare anch’essi – sotto le insegne della Cgil – contro la diminuzione di risorse destinate alla scuola.
La giornata a Roma. Le proteste sono iniziate all’alba, quando un gruppetto di ragazzi della Rete degli studenti, ha srotolato davanti alla sede romana del Parlamento europeo, in via IV Novembre, uno striscione con su scritto “Una scuola di qualità ce la chiede l’Europa”. Blitz dimostrativo che ha introdotto idealmente il corteo partito da piazza della Repubblica. L’appuntamento qui era infatti davanti alla Basilica di Santa Maria degli Angeli, dove gli studenti hanno iniziato a scrivere slogan su numerosi striscioni adagiati sul selciato: “Senza scuola non c’è futuro”, “Una scuola per pochi la impone l’Europa! Lotta!”, “Chi chiude le porte della scuola apre una prigione” fino alla citazione diretta della Canzone del Maggio di Fabrizio De André: “Anche se voi vi credete assolti siete lo stesso coinvolti”.
Guidato da tre camionette dei carabinieri e da una ventina di agenti antisommossa, il corteo è dunque partito dalla piazza diretto in via Cavour. Un corteo pacifico che, dopo essersi ingrossato a piazza dell’Esquilino, ha scaricato la tensione soltanto su alcune bandiere dell’Unione europea, fatte a pezzi lungo la strada che li avrebbe dovuti portare a piazza dei Santissimi Apostoli, dove i dimostranti sarebbero dovuti confluire al termine della protesta. Una deviazione non prevista ha invece spinto ragazzi e professori a viale Trastevere, davanti alla sede del ministero dell’Istruzione, dell’università e della ricerca dove, dopo aver lasciato decine di carote negli interstizi del portone d’ingresso («finora – hanno dichiarato gli studenti – abbiamo visto solo il bastone: siamo qui per restituire al ministro Profumo le poche carote che si è degnato di offrirci nell’ultimo anno») il corteo si è tranquillamente sciolto. La manifestazione è stata caratterizzata dalla musica ad altissimo volume proveniente da un camioncino, da canti di sinistra e da attacchi “megafonati” diretti sia al ministro Francesco Profumo, che al presidente del Consiglio, Mario Monti. Non si sono invece, per fortuna, registrati tafferugli o episodi violenti.
Le ragioni della protesta. «Oggi siamo in piazza per dare una svolta alla situazione dell’istruzione in Italia – dichiara Roberto Campanelli, coordinatore nazionale dell’Uds – rigettiamo i provvedimenti che si vogliono introdurre con la proposta di legge 953, l’ex Aprea, che di fatto andrebbero a far entrare i privati nelle scuole, cancellando la rappresentanza studentesca e introducendo l’Invalsi come metro di valutazione. Nel nostro paese – ha aggiunto Campanelli – è sempre più difficile poter studiare, manca una legge quadro nazionale sul diritto allo studio che garantisca borse di studio, servizi e reddito. La dispersione scolastica soprattutto al sud non accenna a diminuire, le scuole hanno bisogno di ristrutturazioni e la qualità dell’offerta formativa scade sempre di più sotto l’effetto degli ultimi cinque anni di tagli».
Fabio Grazzini