«I senatori saranno scelti dagli elettori». Lo assicura Matteo Renzi, nella diretta Facebook di ieri sera rispondendo alle domande degli utenti. Il premier entra nel merito del disegno di legge Fornaro-Chiti, che, qualora vincesse il Sì domenica 4 dicembre, sarebbe la base per la nuova riforma elettorale del Senato. La riforma costituzionale prevede che dei 100 senatori previsti, 74 siano consiglieri regionali, 21 sindaci e 5 nominati dal presidente della Repubblica.
I consiglieri regionali che si candideranno a senatori saranno eletti direttamente dai cittadini in occasioni delle prossime votazioni per il rinnovo dei consigli di regione. Essi non potranno assolutamente svolgere incarichi negli uffici di presidenza e in consiglio, eccezion fatta per i presidenti. Ogni regione avrà tanti senatori in base alla percentuale dei residenti, e le graduatorie per il Senato saranno stilate dal consiglio secondo un metodo proporzionale al numero di voti ricevuti. In caso di rinuncia dei primi in graduatoria, si procederà allo scorrimento dei nominativi. La durata del mandato da senatore è identica a quella da consigliere regionale o da sindaco. Fin qui, tutto come dice il primo ministro.
Per i sindaci la questione è diversa. Infatti saranno scelti dai Consiglii regionali e da quelli delle province autonome di Bolzano e Trento nella misura di uno per ciascuno, e non dagli elettori. In una settimana dovrà essere trovata una terna di candidati, con la presenza di entrami i generi, e, in caso di rifiuto dei sindaci, le candidature possono essere presentate su iniziativa di uno o più consiglieri regionali, in numero comunque inferiore alla metà dei medesimi. Entro sette giorni, si procederà da parte del Consiglio regionale all’elezione del senatore, preso dalla terna. Lo scrutinio sarà segreto e, in caso di parità alla terzo turno, vincerà il candidato più vecchio. Stando così le cose, dunque, sarebbero 74 su 100 i senatori eletti dal popolo.