Soppressione e distruzione di atti, produzione di documenti falsi, abuso di ufficio, falso ideologico, associazione per delinquere e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina: queste le ipotesi di reato che la procura di Fermo ha stabilito per il caso delle cittadinanze false per centinaia di calciatori sudamericani. Dopo l’inchiesta scoppiata a inizio millennio a Udine, un altro scandalo passaporti sembra scoppiato in Serie A. Tra gli indagati, infatti, ci sarebbero anche alcuni giocatori della massima serie.
L’inizio dell’inchiesta. Un dirigente del Comune di Fermo al servizio anagrafe ha rilevato agli investigatori alcuni documenti che lui rivelava irregolari. La documentazione non risultava completa perché le persone indagate avevano fatto ricorso alla formula iuri sanguinis che consente ai figli di italiani all’estero di vedersi riconosciuta la cittadinanza italiana e il relativo diritto di voto. Eseguendo la procedura dello iuri sanguinis lo stato di straniero veniva modificato in quello di cittadino italiano. Questo è stato il sistema che ha portato centinaia di stranieri, giocatori brasiliani e argentini nell’arco degli ultimi anni ad avere la cittadinanza italiana.
Gli sviluppi dell’inchiesta. Oltre ai 34 indagati, tra ex e attuali amministratori locali, dirigenti comunali, procuratori di calciatori, quasi tutti residenti a Fermo e a Porto San Giorgio, nel registro degli indagati dei carabinieri del caporale Pasquale Zacheo, ci sono anche 45 identità fittizie. Queste sono state sospese già da tempo con provvedimento di autotutela dal sindaco di Fermo. Dalle parole del dirigente del servizio anagrafe è uscito fuori anche che alcuni procuratori sportivi provvedevano a richiedere la cittadinanza italiana per i loro atleti.
Nel frattempo le indagini stanno prendendo quota. In attesa di ulteriori sviluppi, il funzionario del Comune di Fermo addetto all’Ufficio anagrafe, a cui era stata promessa una promozione e regalie varie, è stato rimosso dall’incarico.
di Marco Stiletti