“Viva la patria, viva l’allegria, viva il socialismo, hasta la victoria siempre!”: con queste parole, dal balcone di palazzo Miraflores di Caracas, Hugo Chavez ha salutato ieri il popolo venezuelano, che lo ha rieletto per la quarta volta consecutiva alla guida del paese.
Vent’anni di governo. Sarà presidente fino al 2019. Era il febbraio del 1999, quando ebbe inizio il suo primo mandato, sotto l’auspicio e le promesse delle “Missioni Bolivariane”: sconfiggere l’analfabetismo, le ingiustizie sociali ed i mali della povertà diffusa in Venezuela. Convinto sostenitore di un socialismo nazionale e democratico e dell’integrazione tra i paesi dell’America Latina, Chavez è da sempre fortemente critico nei confronti della politica estera statunitense. Accusato da alcuni di essere un populista autoritario e di aver intrattenuto amicizie con dittatori tutt’altro che democratici, come Gheddafi, ha continuato tuttavia a riscuotere grandi consensi in patria.
Una vittoria di misura. Le elezioni appena concluse, cui hanno partecipato ben l’80% dei venezuelani, lo hanno decretato vincitore con il 54,4% dei voti. Lo sfidante, il quarantenne Henrique Capriles, aveva ottenuto buone previsioni nei sondaggi pre-elettorali. Il grande recupero in termini numerici dell’elettorato appartenente ai ceti più popolari, che hanno usufruito per anni delle politiche assistenzialiste del presidente, ha sicuramente avuto un ruolo centrale.
Tuttavia, il risultato dell’opposizione si attesta come il migliore dall’inizio dell’era Chavez: nelle elezioni del 2006 il distacco fu di 26 punti, contro i 10 di quest’anno.
Capriles ha ammesso la sconfitta e Chavez, nel suo discorso dal “balcon del pueblo”, ha indirizzato un ringraziamento allo schieramento avversario per aver accettato subito e senza recriminazioni i risultati.
Problemi di salute, solo un ricordo? Fino a poche settimane fa era grande l’incertezza e l’apprensione per le condizioni di salute del presidente. Due operazioni e diversi cicli di chemioterapia avevano compromesso la vitalità del leader venezuelano, che difatti aveva condotto una campagna elettorale molto al di sotto dei suoi standard usuali. Nello sprint finale prima delle votazioni, Chavez è invece ricomparso al pubblico rinvigorito ma le notizie sulla sua malattia rimangono avvolte nel mistero.
Giulia Di Stefano