Tira un sospiro di sollievo Hilary Clinton a poche ore dall’election day. L’FBI ha comunicato al Congresso la chiusura delle indagini sul caso email della candidata democratica. «Sono state esaminate tutte le email, non ci sono tracce di illeciti» scrive il direttore dell’Fbi James Comey «non ci sara’ nessuna richiesta di incriminazione dell’ex segretario di stato». Nella lettera rimangono le considerazioni già fatte dal Bureau nel luglio scorso. L’imprudenza della Clinton per l’uso di un server di posta privato durante gli anni della segreteria di Stato (2009-2013). Al momento Hilary non ha voluto dichiare nulla riguardo al caso. Le uniche parole di soddisfazione arrivano dalla sua portavoce Jennifer Palmieri, ma precisa ai giornalisti «purtroppo molta gente ha già votato influenzata da Comey, ma speriamo di poter recuperare da qui a domani».
Il danno in realtà è già fatto. Il candidato repubblicano ha cavalcato l’onda di Comey, ottenendo un’impetuosa rimonta. Tuttavia la chiusura del caso email sembra aver esaurito la spinta di Trump. «E’ incredibile, non si possono esaminare 650 mila email in otto giorni. C’e’ un sistema totalmente falsato» – ha dichiarato Trump in un comizio a Sterley Hights, in Michigan – «Clinton e’ colpevole. Lei lo sa, l’Fbi lo sa e la gente lo sa» . Parole dure quelle di Trump, che cerca il sostegno della folla «ora tocca agli americani fare giustizia nelle urne l’8 novembre».
Intanto la Clinton riceve il sostegno dell’elettorato ispanico. Nel fine settimana gli ispanici si sono recati in massa alle urne per il voto anticipato. I dati dell’affluenza in Stati chiave come la Florida e il Nevado fanno ben sperare la candidata democratica. Il caso latinos potrebbe essere una spada di Damocle per Trump. Il Tycoon ha puntato troppo alla lotta clandestina, in questo caso al muro col Messico. È soprattutto in Nevada che gli ispanici cercano di bloccare il candidato repubblicano che li ha insultati durante la campagna.