Unire giovani, o futuri, imprenditori agricoli –preferibilmente under 40 – e facilitarne l’inserimento nel mondo del lavoro attraverso sussidi e incentivi. Ma non solo, alla terra ci pensa la Regione. Questo il semplice – ma efficace – sistema del progetto “Terre ai giovani” che, dal primo momento, ha riscosso un, forse, inatteso successo. Lo confermano i numeri: 118 richieste per il primo bando, 340 per il secondo. Ne abbiamo parlato con il suo ideatore, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.
Come nasce il progetto “Terre ai giovani”?
“Il progetto fa parte di un più ampio processo di rinnovamento e riqualificazione di tutta la Regione Lazio. C’erano tante terre incolte, inutilizzate. La sperimentazione, per ora, ha interessato 343 ettari, divisi in otto lotti, assegnati con bando sulla base di progetti sul territorio a base agricola. Sono previsti fondi per accesso al credito, 500.000 euro a sostegno degli investimenti e anche forme di tutoraggio, affinché le aziende possano affacciarsi all’ambiente con la maggiore credibilità possibile”.
Poco tempo fa avete assegnato la seconda tranche di terreni. A quando il terzo bando?
“Il primo stock ora è concluso. Ora siamo a lavoro per verificare la presenza di altri terreni fruibili liberi, con una dimensione tale da poter diventare una futura azienda agricola. La cosa interessante di questo progetto però è che ha stimolato la ricerca di una progettualità imprenditoriale nei giovani proprio sul territorio. E’ l’avvio non limitato in un programma di nuove e interessanti esperienze imprenditoriali”.
Il Lazio seguirà l’esempio della Regione Sicilia che ha recentemente affidato la valorizzazione e il riutilizzo dei terreni confiscati alla mafia a privati e cooperative?
“I terreni e le proprietà confiscate alla criminalità organizzata non sono di proprietà della Regione. Le Regioni possono, sicuramente, affiancare e stimolare il riutilizzo di questi beni. A Roma e più in generale nel Lazio, ce ne sono molti. La Regione Lazio ha promosso una serie di iniziative durante “Lazio senza mafia” orientate in questa e altre direzioni. Ora la procedura è più semplice che in passato, ma richiede ancora tanto impegno amministrativo”.
Cecilia Greco
Raffaele Sardella