La lingua italiana affascina gli stranieri, tanto da posizionarsi al quarto posto tra le lingue più studiate al mondo. “Un’occasione per fare della nostra lingua uno strumento di promozione e un volano per l’economia”, ha sottolineato Iacopo Viciani, dello staff del Sottosegretario agli Affari Esteri Mario Giro, intervenendo ieri nella conferenza che l’Associazione Scuole d’Italiano come Lingua Seconda (Asils) ha dedicato “all’Italiano come strumento di crescita” .
Il convegno ha accolto intorno allo stesso tavolo rappresentanti di istituzioni politiche e culturali. Loredana Cornero, rappresentante della Direzione Relazioni Internazionali della Rai, ha ricordato a esempio che la televisione pubblica dedica ai nuovi cittadini una piattaforma on line per rinforzare la conoscenza della lingua. “In passato le trasmissioni in italiano erano molto più seguite nei paesi dei Balcani ed in quelli della sponda meridionale del Mediterrano – aggiunge Cornero – ma negli ultimi anni la situazione è così cambiata che si parla di italiano sommerso”. In Svizzera, ad esempio, diminuiscono le classi in cui si studia l’Italiano. Diminuiscono anche gli italiofoni in Slovenia, mentre a Malta, racconta Cornero, “la Rai è tornata a trasmettere dopo un lungo periodo di silenzio.”
Più promettente è apparsa la fotografia fornita da Francesca Romana Memoli, presidente di Asils, che ha presentato i dati sull’attività di una rete che conta 42 scuole d’italiano, per un totale di 24.000 studenti ed un fatturato da 21 milioni di euro. Emerge che, dopo Usa e Germania, sono Russia e Giappone le nazioni da cui proviene la gran parte degli iscritti. Si tratta perlopiù di “turisti della lingua” che, attratti anche dall’offerta artistica e gastronomica del Bel Paese, soggiornano in Italia di solito per poche settimane. Lo studio dell’Italiano – per concludere – è questione di passione, ma raramente nasce da una necessità.
Raffaele Sardella